Emma Marcegaglia non è certo una di quelle persone che lasciano che i problemi passino sopra la loro testa fingendo di non accorgersi che esistano. Del resto, se non fosse così non sarebbe neppure la primatista non solo dell’imprenditoria italiana al femminile, ma dell’intero sistema dall’alto del suo ruolo di Presidente di Confindustria. Una responsabilità che potrebbe essere – appunto – vissuta da posizione defilata, oppure dalla prima linea: vicina alle decisioni del Governo, tanto vicina da spingersi persino a suggerire qualche iniziativa che possa portare l’impresa italiana fuori dal pantano della recessione. “Il peggio è passato, ma servono interventi strutturali perché altrimenti l’uscita dalla crisi sarà lenta e problematica” è stato il monito lanciato attraverso il TG1.
recessione
Il prestito obbligazionario di Finanza & Futuro: affrettatevi
Il fatto che il vento non soffi più con la stessa intensità evidenziata nei mesi passati non vuol dire che la tempesta sia finita, sebbene le previsioni dicano che il peggio è passato; il metaforico vento della recessione continua infatti a soffiare, verosimilmente non smetterà per tutto il 2009, mentre nel 2010 si prevedono schiarite, ed il ritorno del barometro al bel tempo. Nel frattempo, però, c’è da far fronte ad un’emergenza, e bisogna farlo con strumenti appropriati e credibili, quindi differenti rispetto a quelli utilizzati sinora. Lasciamo perdere i massimi sistemi e concentriamoci sui picoli risparmiatori: meglio ascoltare le sirene di qualche gruppo bancario neonato o affidarsi a qualche “monumento”, sebbene questo proponga remunerazioni inferiori? Mentre pensate alla soluzione di questo enigma, vi presentiamo il prestito obbligazionario di Deutsche Bank.
Dopo il bancario crisi anche per il settore assicurativo
Dall’economia bancaria a quella reale, fino alle assicurazioni. Gli istituti assicurativi continuano a perdere valore di borsa. Negli Stati Uniti, Aig, colosso del comparto, non nasconde che la situazione inizia a diventare preoccupante. Le grandi compagnie internazionali, dapprima negli Stati Uniti e ormai anche in Europa, hanno preoccupazioni riguardo i patrimoni di vigilanza, ovvero quelli necessari a garantire l’adempimento degli impegni.
Allianz, che giovedì ha fornito i conti d’esercizio, attesta una perdita di 2,44 miliardi di euro. Il 19 febbraio il gruppo francese Axa, ha comunicato una perdita del secondo semestre di 1,24 miliardi e un taglio del 67% al dividendo. Generali é l’ultima compagnia a fornire i propri dati: il 20 marzo si conoscerà la solvency (stimata in calo attorno al 115%). Dopo le banche, si inizia quindi a parlare di ricapitalizzazioni e nazionalizzazioni anche per i grandi assicuratori. Da Londra, dalla parti di Southwark, arriva notizia che il sistema bancario è ormai al collasso e che la prossima bolla ad esplodere sarà quella delle assicurazioni.
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La recente esplosione di quella bolla speculativa che ha arricchito in maniera fittizia le economie occidentali in questi ultimi anni, ha indubbiamente lasciato strascichi sulle politiche economiche di molti Paesi, chiamati ora a fare i conti con lo spettro della crisi quando non addirittura (come nel caso dell’Area Euro) di una vera e propria recessione. Ma quello che forse non tutti sanno, è che si sta preparando – se non addirittura già verificando – una rivoluzione culturale nel settore del credito, con i risparmiatori ora non più disposti ad affidarsi a quei “venditori di fumo” che, come già si è dimostrato, li hanno “buggerati”, preferendo alle promesse di questi le certezze di altri gruppi bancari forse più piccoli, forse meno remunerativi (gli interessi offerti non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di una volta), ma sicuramente – almeno fino a prova contraria – più affidabili e famigliari. Questo, almeno, è quanto emerge da un rapporto Eurisko.
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L’Ocse dichiara ufficialmente che la recessione per il nostro Paese durerà tutto il 2009 con picchi in negativo del tasso di disoccupazione – si passa dal 6,9% attuale all’8% previsto ad inizio 2010 – e con rischi oggettivi di compromissione dei piani di risanamento tentati dal Governo.
Che, dal canto suo, risponde per bocca del Ministro Giulio Tremonti, a cui non resta che rincuorare gli italiani e prenderli per mano auspicando una reciproca collaborazione – bilaterale tra Governo e cittadini – e ricordando che “in due si fa meglio che da soli”.
E’ lo stesso Ministro dell’Economia ad illustrare i punti nevralgici dell’intervento governativo in soccorso dei nuclei meno abbienti: il piano anti crisi non modifica la Finanziaria perchè il debito pubblico è di tale entità da costringere a non sottovalutarne l’importanza. Entro venerdì si conoscerà per filo e per segno ogni dettaglio del piano, ma pare già tutto visibile nelle anticipazioni della vigilia.
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Il buon esempio, come è giusto che sia in un momento di difficoltà economica, comincia a darlo il Quirinale: tagliate le spese, e cinghia tirata, per 10 milioni di euro. A tanto sarebbe ammontato l’adeguamento al tasso di inflazione nel biennio 2010/2011, a cui la presidenza della Repubblica ha spontaneamente rinunciato. Periodo di crisi, si diceva: di stamattina la notizia dell’individuazione e del fermo, a Fagnano Olona, di una banda specializzata nella fornitura di documenti falsi per accedere al credito di banche e finanziarie per un giro da capogiro, oltre 5 milioni di euro. Caso emblematico che riporta, ovviamente, alla difficoltà di arrivare a fine mese da parte degli italiani: per chi ha un mutuo da pagare, poi, la sopravvivenza è quasi insostenibile.