Dall’economia bancaria a quella reale, fino alle assicurazioni. Gli istituti assicurativi continuano a perdere valore di borsa. Negli Stati Uniti, Aig, colosso del comparto, non nasconde che la situazione inizia a diventare preoccupante. Le grandi compagnie internazionali, dapprima negli Stati Uniti e ormai anche in Europa, hanno preoccupazioni riguardo i patrimoni di vigilanza, ovvero quelli necessari a garantire l’adempimento degli impegni.
Allianz, che giovedì ha fornito i conti d’esercizio, attesta una perdita di 2,44 miliardi di euro. Il 19 febbraio il gruppo francese Axa, ha comunicato una perdita del secondo semestre di 1,24 miliardi e un taglio del 67% al dividendo. Generali é l’ultima compagnia a fornire i propri dati: il 20 marzo si conoscerà la solvency (stimata in calo attorno al 115%). Dopo le banche, si inizia quindi a parlare di ricapitalizzazioni e nazionalizzazioni anche per i grandi assicuratori. Da Londra, dalla parti di Southwark, arriva notizia che il sistema bancario è ormai al collasso e che la prossima bolla ad esplodere sarà quella delle assicurazioni.
La domanda di acquisto di abitazioni in Italia si contrae e rallenta quindi anche il trend dei finanziamenti delle famiglie per tale scopo. Il terzo trimestre 2008 è stato finora il più turbolento nell’evoluzione crisi della finanza globale. Dopo il fallimento della banca d’investimenti americana
Dopo il tetto al 4 per cento per i mutui a tasso variabile introdotto dal decreto 185/08 (che porterà presumibilmente ad un risparmio medio sulla rata del 10 per cento), arriva un provvedimento anti-crisi anche dalle banche.
Il collasso dei mutui subprime ha lasciato segni evidenti sul mercato e la crisi non sembra più destinata a rientrare nell’ immediato. L’ effetto subprime ha avviato una pesante fase di crisi di liquidità che ha coinvolto “in primis” numerosi istitui di credito americani ed