Mutui erogati: – 10%, mancano decreti attuativi riforma

di Gianfilippo Verbani Commenta


 La domanda di acquisto di abitazioni in Italia si contrae e rallenta quindi anche il trend dei finanziamenti delle famiglie per tale scopo. Il terzo trimestre 2008 è stato finora il più turbolento nell’evoluzione crisi della finanza globale. Dopo il fallimento della banca d’investimenti americana Lehman Brothers e la trasformazione delle big Usa delle banche d’affari Goldman Sachs e Morgan Stanley in banche commerciali, arrivano dati negativi anche da Bankitalia.

Il terzo trimestre del 2008 – secondo uno studio di Kiron (gruppo Tecnocasa) basato su dati Bankitalia- ha registrato un calo del volume di erogazioni rispetto allo stesso trimestre del 2007 (in base al bollettino di Via Nazionale del 22 gennaio), pari a 12,6 miliardi di euro con una differenza negativa di -1,4 miliardi.

Ma mentre cala il volume dei mutui Bankitalia informa che dal primo marzo vigilerà sulla comunicazione relativa a nuove offerte e a nuovi prodotti di mutuo, a tasso Bce o Euribor. Per favorire la trasparenza e conquistare la fiducia dei consumatori.

Tutto per evitare che i clienti si ritrovino con rate di mutui che non sono in grado di sostenere e che possano ridurli sul lastrico. Si tratta anche di provvedimento a favore della trasparenza e per aumentare la fiducia dei consumatori nei confronti dei clienti.

Nonostante il decreto Tremonti abbia fissato al 4 per cento il tetto massimo da applicare sui mutui a tasso variabile fin da gennaio, nella maggior parte delle agenzie non si vede nulla applicato. Mancano i decreti attuativi e molti clienti si ritrovano con una rata che supera il 4 per cento. Del decreto non v’è traccia, anche perché una circolare del ministero del Tesoro concede alle banche tempo per adeguarsi, massimo entro fine febbraio. La rata si aggira comunque attorno al 4%? Questo è dovuto semplicemente all’Euribor, il tasso di riferimento, che è sceso vertiginosamente. Dunque la rata si è ristretta da sola.