Mutui subprime ed economia reale: Mountain House

 Il collasso dei mutui subprime ha lasciato segni evidenti sul mercato e la crisi non sembra più destinata a rientrare nell’ immediato. L’ effetto subprime ha avviato una pesante fase di crisi di liquidità che ha coinvolto “in primis” numerosi istitui di credito americani ed ha colpito anche l’Europa non risparmiando la banca tedesca IKB e l’ inglese Northern Rock.

Un ulteriore esempio di come la crisi finanziaria globale sia precipitata anche sull’economia reale?

Andiamo in California a Mountain House, cittadina dove il 90 per cento delle case vale meno del mutuo da pagare: ogni proprietario ha debiti per almeno 122 mila dollari in più rispetto al valore degli immobili.  Storia raccontata dal New York Times, dove ad esempio si narra la situazione della famiglia Martinez. Nucleo familiare composto da padre, madre e tre figli. I coniugi lavorano ed hanno stipendi medio alti, ma non riescono comunque ad arrivare alla fine del mese. Questo perchè la loro casa, acquistata nel 2005 per 630 mila dollari, oggi ne vale 420 mila. Inoltre, fatto veramente eclatante, secondo il mutuo sottoscritto, saranno costretti a pagare nel 2015 una rata incredibile: 12 mila dollari al mese.

la crisi non si è fermata al settore immobiliare: quattro dei dieci negozi locali hanno chiuso, oltre a chi continua a vendere a saldo e a chiudere per fallimento. La situazione è simile in altre zone della California, Florida, Nevada e Arizona.

Le Banche Centrali hanno affrontato il problema della mancanza di liquidità sul mercato innescata dalla crisi dei mutui subprime immettendo moneta in circolazione. L’ effetto? Un respiro di sollievo solo temporaneo e una percezione della crisi ancora più forte che ha ulteriormente spaventato i mercati che hanno interpretato le operazioni di rifinanziamento come un segnale di debolezza del sistema finanziario.

La situazione in Europa? Atteniamoci a dati ufficiali: nel suo World Economic Outolook di ottobre il Fondo Monetario internazionale ha previsto un rallentamento dell’economia europea con una crescita media del Pil di Eurolandia prevista all’1,3% per il 2008, allo 0,2% nel 2009