Spread a 300 punti base. Cosa succederà ai mutui?

di Daniele Pace Commenta


 Ora che lo spread è tornato in area 300 punti, sono in molti quelli che hanno chiesto un mutuo e sono preoccupati da un possibile aumento dei tassi di interesse.
Lo spread, ovvero il differenziale tra titoli tedeschi e titoli italiani, influenza il mercato dei finanziamenti, ma solo nel caso abbiate scelto un tasso variabile. Chi ha scelto un finanziamento a tasso fisso infatti, ha la garanzia di dover pagare sempre lo stesso interesse.

I mutui a tasso variabile

I mutui, e i finanziamenti in genere, a tasso variabile, sono invece influenzati dallo spread e dagli interessi pagati sui titoli a 10 anni, principalmente. Quando questo aumenta, dovrebbero aumentare anche gli interessi pagati. Ma questo meccanismo non è immediato ed automatico.

A parlarcene è il Sole 24 Ore, che rassicura i mutuatari. Per il momento non ci saranno rialzi sui mutui a tasso variabile, perché stabiliti sull’Euribor.

Questo è il tasso medio di riferimento per il mercato europeo dei finanziamenti interbancari, ovvero il tasso a cui le banche si prestano i soldi. I tassi possono aumentare ma non con effetti immediati, anche grazie alla politica della BCE sui QE e i tassi.

Grazie a questa politica infatti, il costo del denaro è ora il più basso ad essere mai stato registrato in Europa in tempi moderni. E questo si riflette sull’indice Euribor, che ora vede i suoi tassi sotto lo zero da almeno tre anni. Per tornare ad alti livelli, questo indice dovrebbe fare molta strada, dopo un cambio di politica monetaria della BCE. Per il omento però, Draghi vorrebbe mantenere i tassi invariati fino a tutto il 2019. Questo significa che bisognerà attendere il 2020, per vedere l’Euribor salire.

Il problema si pone invece sui mutui prossimi futuri, semplicemente perché le banche potrebbero scaricare i costi dello spread sui clienti.