Social lending: il Ministero mette Zopa in stand-by

di Gianfilippo Verbani 2


 Brutte notizie in Italia per il “social lending“, il mercato dei prestiti tra privati che, grazie al fatto che viene “scavalcato” il canale bancario, permette di contrarre prestiti a tassi più bassi, mentre i privati che prestano i soldi possono incassare dei rendimenti interessanti con un rischio di insolvenza che si riduce grazie al fatto che viene “spalmato” su più richiedenti. Zopa.it, uno dei pionieri del “social lending”, ha infatti reso noto d’aver ricevuto venerdì scorso, 10 luglio 2009, una notifica da parte del  Ministero dell’Economia e delle Finanze in virtù della quale, su richiesta della Banca d’Italia, la società di social lending viene cancellata dall’elenco degli intermediari finanziari. Di riflesso, Zopa.it ha annunciato d’aver sospeso sia le attività finalizzate all’ingresso di nuovi soggetti prestatori, sia all’erogazione di nuovi prestiti. In accordo con quanto di legge nella home page sul sito di Zopa.it, la società ha erogato prestiti per complessivi 7,15 milioni di euro. E adesso, cosa succede?

Ebbene, Zopa.it ha fatto sapere, così come si legge tra l’altro sul proprio sito Internet, che saranno garantite le operazioni sui prestiti in corso: dagli accrediti agli addebiti delle rate passando per le attività di recupero credito. L’Amministratore Delegato Zopa Italia SpA, Maurizio Sella, in una lettera aperta ai Zopiani, ha messo in risalto l’importante ruolo che Zopa.it, specie negli ultimi mesi a seguito della crisi finanziaria, ha esercitato nell’agevolare l’accesso al microcredito ed ai prestiti solidali spesso nei confronti di categorie e di soggetti meno fortunati.

Di conseguenza, Zopa.it per il momento rimane in stand-by, ma la società si riserva comunque di valutare e mettere in atto delle iniziative non solo finalizzate a ripristinare la piena operatività, ma anche iniziative che, aventi natura giurisdizionale, possano tutelare la società ma soprattutto la community di Zopa. La società nelle ultime ore, nelle pagine Internet del Blog e delle FAQ per tenere informati i clienti, ha tra l’altro fatto sapere che a Zopa.it viene contestata l’attività di “raccolta del risparmio“, e non di semplice intermediazione come dovrebbe essere; la questione, in particolare, verte sul “Conto Prestatori Zopa” che in sostanza individuerebbe una giacenza. Di sicuro è un brutto colpo per il “social lending“, ma la partita è ancora tutta da giocare.


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