Prestito studenti, conviene?

di Gianfilippo Verbani Commenta


 I prestiti studenti sono dei particolari finanziamenti personali che gli istituti di credito concedono ai giovani che desiderano ottenere un supporto creditizio utile per poter frequentare corsi di studio universitari o post universitari, e contraddistinti dalla particolare modalità di restituzione del debito: il piano di ammortamento inizierà infatti una volta conseguito il titolo di studio (e, pertanto, quando si spera che il giovane abbia trovato un lavoro utile per ripagare capitale e interessi).

Nonostante queste buone intenzioni, i prestiti per studenti, in Italia, stentano a decollare. Contrariamente a quanto avviene in altri mercati (ad esempio, quello americano), da noi le richieste si limitano a poche centinaia di unità: alla base di questa scarsa convinzione una deludente informativa da parte di autorità e banche, una normativa di base non lineare, e una irrilevante spinta commerciale da parte degli stessi istituti di credito.

Il tutto, precisiamo, potrebbe non esser completamente riconducibile a elementi di negatività. L’inesistente (o quasi) appoggio del sistema bancario al mondo dei prestiti universitari sta infatti evitando all’Italia lo scoppio di una ulteriore bolla finanziaria che, invece, si sta da tempo formando negli Stati Uniti. Sul territorio a stelle e strisce la richiesta di prestiti studenti è all’ordine del giorno, e fino ad ora la gran parte dei beneficiari riusciva a restituire il debito subito dopo il termine del corso di studi, quando – trovato un lavoro – maturava il reddito utile per pagare le rate (per le esigenze dei più giovani vedi anche il conto studenti universitari da Banca Popolare Alto Adige).

Lo scoppio della crisi economico finanziaria sta tuttavia creando una situazione fortemente controproducente, e il numero di giovani che non riesce a trovare un lavoro utile per poter ripagare il debito sta salendo a dismisura. Qui da noi, come già anticipato, il fenomeno non si è mai diffuso con rilevanza e, pertanto, non abbiamo all’orizzonte alcun rischio di scoppio di una nuova bolla creditizia.