Pensioni. Il Governo usa la mannaia, e non solo su quelle d’oro

di Daniele Pace Commenta


 A giugno scatteranno i tagli alle pensioni, ed è già rivolta da parte dei sindacati, che avevano denunciato come, ad essere colpite, non fossero solo le cosiddette pensioni d’oro. Ci sarà infatti un doppio taglio, attraverso il conguaglio dopo il taglio della rivalutazione annuale. È sulla Legge di Bilancio 2019 per gli assegni sopra tre volte il minimo di 1.522 euro. Ad essere coinvolti circa 5,6 milioni di assegni, secondo il sito dell’Inps:

“Nel mese di giugno 2019 viene recuperata la differenza relativa al periodo gennaio-marzo 2019”.

Perché i sindacati protestano

Si sarà anche il taglio sulle cosiddette pensioni d’oro, sopra ai 100mila euro annui, dal 15 al 40% sugli assegni. Il provvedimento partirà dopo le elezioni europee, con un conguaglio da gennaio. Esentate le pensioni di invalidità, reversibilità, alle vittime del dovere e del terrorismo, gli assegni frutto di cumulo.
Se per le pensioni d’oro, il conguaglio sarà in tre rate, per le altre ci sarà un’unica rata, che recupererà la differenza in eccesso del primo trimestre.

E qui scatta la protesta dello Spi-Cgil, che ha convocato una manifestazione a Roma, il primo giugno:

“Lo avevamo denunciato da tempo e ora abbiamo la certezza. Dopo averli definiti avari, il governo beffa ancora 5,5 milioni di pensionati riprendendosi i soldi che hanno avuto in più di rivalutazione nei mesi di gennaio, febbraio e marzo per un totale di 100 milioni di euro. Ovviamente il tutto avverrà subito dopo le elezioni europee. Fanno come e peggio degli altri. Alla faccia del cambiamento”.