Nuovi mutui giovani coppie

di Gianfilippo Verbani Commenta


 È pronto il nuovo decreto sui mutui per le giovani coppie. Un “tentativo”, quello dell’attuale esecutivo, che spera di avere più fortuna dell’esperienza del 2011, quando – complice anche le gravi difficoltà creditizie – le attività sui mutui giovani coppie non partirono mai con il giusto piede. Il nuovo decreto dovrebbe invece prevedere delle regole più snelle, anche se occorrerà comprendere in che modo gli istituti di credito accoglieranno le innovazioni.

Tra le principali novità sui mutui per le giovani coppie segnaliamo anzitutto la cessazione del limite qualitativo che impediva l’accesso ai fondi per i lavoratori non dipendenti. Inoltre, nella sua prima versione, il regolamento sui mutui per le giovani coppie conteneva una disposizione particolarmente stringente, prevedendo che non più del 50 per cento del reddito complessivo imponibile ai fini Irpef sia derivante da un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Caduti i vincoli sulla tipologia del reddito (ripetiamo, non più limitato al solo lavoro dipendente), diventa anche meno stringente la soglia sul reddito Isee, che nell’ultima versione del decreto è stata portata in rialzo dai precedenti 35 mila euro ai nuovi 40 mila euro annui familiari. In allargamento anche la dimensione massima dell’immobile acquistabile, che passa dai precedenti 90 agli attuali 95 metri quadri.

Inoltre, il finanziamento potrà essere richiesto anche da coppie senza figlie, coppie conviventi con almeno un figlio minore in comune, monogenitore con figlio minorenne (pur, in tutti i casi, con limite di età pari a 35 anni). Escluse le coppie conviventi senza figli o coppie conviventi con figli anche minori, ma senza almeno una paternità o maternità in comune.

Il prestito massimo concedibile è di 200 mila euro, a tasso fisso o a tasso variabile, con risparmio sugli attuali tassi di interesse pari a 1,5 punti percentuali (vedi anche come funziona il mutuo con spread decrescente). Sono tuttavia previste eventuali spese di istruttoria e di perizia, a scelta dell’istituto di credito.