Mutui e prestiti: le famiglie italiane sono virtuose ed affidabili

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Nel periodo da marzo 2008 ad aprile 2009, gli impieghi delle banche italiane nella concessione di credito alle famiglie sono cresciuti del 4,1%; a rilevarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, sottolineando come, anche in una congiuntura difficile come quella attuale, le famiglie italiane restino virtuose ed affidabili visto che il sistema bancario non registra livelli di rischiosità elevata sui finanziamenti in essere, e nemmeno un indebitamento eccessivo. In sostanza, l’ABI, nel corso di un convegno tenutosi ieri a Roma dal titolo “Credito alle famiglie 2009”, ha voluto mettere in evidenza come gli istituti di credito stiano continuando a prestare il denaro alle famiglie ed ai privati sebbene ciò avvenga sulla base di valutazioni sulle capacità di rimborso correlate al mutato scenario macroeconomico, e quindi tenendo comunque conto degli effetti che la crisi ha avuto anche sui bilanci dei nuclei familiari.

Ma sotto quali forme in Italia le banche concedono denaro? Ebbene, l’ABI fa presente come ben il 49,9% degli impieghi delle banche alle famiglie sia destinato ai mutui; seguono i prestiti finalizzati con una quota del 9% ed i prestiti personali al 7,3%; decisamente più bassa è invece la quota di impieghi destinata a formule di finanziamento come la cessione del quinto dello stipendio o della pensione, con un 1,5%, e le carte di credito revolving con il 3,2%.

Le capacità di selezione delle banche, anche a tutela di chi negli istituti di credito deposita i propri risparmi, emerge dal fatto che negli ultimi sette anni il livello delle sofferenze per il credito concesso alle famiglie si è quasi dimezzato passando dal 5,3% ad appena il 2,47%; il tutto è avvenuto grazie a quella prudenza che ha permesso alle nostre banche, tra l’altro, di reggere brillantemente alla crisi finanziaria internazionale senza erogare prestiti e mutui “facili” così come hanno invece fatto negli Stati Uniti centinaia di banche e società finanziarie, delle quali molte, travolte dalla crisi, sono state costrette a chiudere i battenti.