Mutui, una bolla che rischia di esplodere

di Gianfilippo Verbani Commenta

Qualcuno ipotizza già che il 2016 possa andare in archivio con dati nuovamente negativi. Gli economisti parlano di 'double dip', quando vogliono descrivere un ciclo “recessione-ripresa-recessione”.


Un 2015 positivo, un 2016 che potrebbe seguire la sua scia. I mutui stanno vivendo un buon periodo, anche in virtù delle numerose surroghe dopo anni trascorsi sull’ottovolante.

La crisi dell’offerta che ha caratterizzato il periodo che va dal 2011 al 2014 sembra essere acqua passata. Lo scorso anno, un più che convincente +71% ha fatto tornare il sereno sulle erogazioni riproponendo i livello precedenti alla crisi.

Anche l’anno in corso e ben cominciato e, come si suol dire, “chi ben comincia è a metà dell’opera”. La domanda ha fatto registrare un +49% di incremento. Ora, però, qualcosa fa vacillare il proverbio di cui sopra. Il mese di marzo ha messo in evidenza una crescita fatta di poche luci e parecchie ombre che minaccia il trend rialzista.

Qualcuno ipotizza già che il 2016 possa andare in archivio con dati nuovamente negativi. Gli economisti parlano di ‘double dip’, quando vogliono descrivere un ciclo “recessione-ripresa-recessione”.

Eppure, i tassi di interesse sono ai minimi storici.

Stefano Rossini, amministratore delegato di Mutuisupermarket.it commenta così la situazione attuale:

È chiaro che i tassi di crescita che stavamo iniziando a dare per scontati sui mesi futuri, oggi stiano venendo meno, e non è improbabile che raggiungano valori minimi o che si passi ad una vera e propria contrazione nel corso dei prossimi mesi. Molti privati e famiglie non si sentono ancora abbastanza sicuri guardando i propri risparmi e prospettive reddituali e di conseguenza stanno ancora rinviando il progetto casa Il problema è duplice.

Rossini ha aggiunto:

Da un lato servono risparmi significativi per poter accendere un mutuo ipotecario: con un valore medio dell’immobile da acquistare di 200mila euro e una percentuale di intervento dell’80% della banca, il nuovo mutuatario deve investire almeno 40mila euro senza contare oneri associati all’operazione, e non tutti i potenziali acquirenti hanno queste cifre sul proprio conto corrente, specie a valle di anni di crisi economica come quelli appena trascorsi. Dall’altro lato, il potenziale mutuatario deve sentirsi sufficientemente solido dal punto di vista dei propri redditi futuri per sdoganare mentalmente una decisione in base alla quale andrà ad impegnare circa un 25-35% del suo reddito netto mensile sui prossimi 20-30 anni a favore del rimborso del proprio mutuo.