Trattasi di scuole di pensiero, perciò non vogliamo permetterci di asserire che una teoria è più giusta di un’altra; questo dove le teorie a confronto sono “marchio famoso, anche fosse più caro” oppure “marchio emergente e perciò più generoso”. Quando si sceglie un prestito personale, a nostro parere, bisogna solo stare attenti che non si tratti di un passo più lungo della gamba, che la famiglia si possa permettere l’onere di veder svanire – ogni mese – dalla busta paga una percentuale più o meno robusta: diciamo allora sì a questa soluzione se consente a chi la accende di dotarsi di qualcosa di fondamentale (computer o automobile per lavorare, ad esempio), diciamo “no” a chi ne chiede uno per andare in ferie.
Tornando alla ragione iniziale del contendere, poi, è chiaro che nel momento in cui si decide che il prestito “s’ha da fare” la scelta può cadere su quella che viene ritenuta l’opzione più vantaggiosa offerta dal mercato. Un’idea ce la offre, con il suo banner pubblicitario su internet, Logos Finanziaria con il suo prestito “senza rischi, senza pensieri”. A leggere le premesse, insomma, sembra si tratti del prodotto ideale perché cerca sin da subito di stornare il campo rispetto alle principali ragioni di ansia di un contraente la soluzione di finanziamento.
Il prestito personale di Logos Finanziaria è “vantaggioso” (ci dicono) perché offre fino a 40mila euro da rimborsare in 10 anni con rata fissa; è “semplice da ottenere” perché basta presentare la busta paga o il cedolino della pensione, e un documento d’identità; è “comodo”, perché Logos ha 200 filiali sul territorio ma non vi chiede necessariamente di andarci: si può fare tutto via internet; è “trasparente”; è “libero” e “diverso” perché non chiede a cosa ti servono i soldi e non li nega nemmeno a chi ha già avuto un protesto o è stato pigro nei pagamenti; è, infine, “sicuro” perché garantito da una polizza assicurativa contro la perdita del lavoro.
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