L’aliquota dell’imposta sulle rendite finanziarie sale al 26 per cento

 E’ ormai definitivo l’aumento dell’aliquota dell’imposta sulle rendite finanziare, che, a partire dal prossimo mese di luglio 2014 – e non maggio come annunciato in precedenza – passerà dall’attuale 20 per cento al futuro 26 per cento. 

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha infatti apposto nella giornata di ieri la sua firma sul Decreto IRPEF, il decreto che nelle intenzioni del governo Renzi servirà a finanziare il bonus di 80 euro che verrà erogato ai dipendenti pubblici e privati a partire dal mese di maggio 2014, e che diventerà strutturale negli anni futuri.

Verso l’aumento dell’aliquota sui rendimenti finanziari?

A differenza delle informazioni ufficiose circolate prima della firma del Decreto, però, l’innalzamento della tassazione sulle rendite finanziarie andrà a colpire la maggior parte dei prodotti bancari, con l’inclusione anche di conti correnti, conti deposito e libretti di risparmio bancari e postali, con l’unica esclusione dei titoli di stato – o dei titoli di stato emessi dai paesi appartenenti alla cosiddetta White List – , dei buoni fruttiferi postali e dei fondi pensione.

La tassazione sulle rendite finanziarie passerà al 26% dal 1 maggio 2014

La tassazione delle rendite sulla base del testo definitivo del decreto risulterà infatti al 12,5 per cento per titoli di stato e buoni, all’11 per cento per i fondi pensione e al 26 per cento per tutti gli investimenti e i depositi bancari e postali.

Secondo un calcolo effettuato dagli esperti del Sole 24 Ore, lo stato italiano, grazie a questo aumento dell’aliquota incasserà circa 720 mila euro nel corso del 2014, 775 mila euro nel corso del 2015 e ben 1,1 miliardi di euro nel corso del 2016, quando la misura sarà oramai a regime.