Forex di Napoli 2010, i banchieri: “Più infrastrutture, meno regole”

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Non solo accuse e trame di mercato al recente Forex di Napoli, i cui lavori si sono conclusi domenica scorsa. I banchieri, infatti, hanno avuto modo di far sentire la propria voce, ma a quanto sembra dal documento conclusivo da essi prodotto hanno messo in luce anche la forza di un progetto di rilancio dell’economia reale in Italia che gradirebbero fosse messo in opera, e a vederlo così possiamo dire che gradiremmo anche noi. Investimenti in infrastrutture e regole certe per fare ripartire la crescita in Italia: è questa la ricetta che banchieri e imprenditori sono pronti a sottoscrivere perché il sistema Italia non si faccia trovare impreparati quando l’economia ritroverà il sentiero dello sviluppo.

Davanti a una platea di 400 operatori finanziari, Corrado Passera (consigliere delegato e Ceo di Intesa-Sanpaolo), Alessandro Profumo (Ceo di UniCredit), Francesco Gaetano Caltagirone (presidente della Caltagirone Spa) e Donato Masciandaro (direttore del dipartimento di economia dell’Università Bocconi) hanno illustrato la loro ricetta. “Per recuperare il ritardo infrastrutturale servirebbero 40-50 miliardi per 6-7 anni – ha esordito Passera -. Sembrano cifre enormi ma non lo sono, considerando che ci sono soldi già stanziati ma non spesi, soldi disponibili da parte dei privati e finanziamenti europei”.

Toccato anche il tasto, dolente, del dualismo tra intervento pubblico e privato nel finanziamento delle Grandi Opere. “Il problema non è se il capitale pubblico o quello privato siano buoni o cattivi – ha detto Profumo –: ci sono alcune opere che senza le cosiddette partnership pubblico-privato non si faranno mai. Il problema, semmai, nel rapporto con l’amministrazione pubblica è la velocità dei processi decisionali”. Stoccata finale riservata a Mario Draghi, che aveva criticato le regole sul massimo scoperto proponendo una legge che impedisca alle banche di fare le “furbette”: “Le regole le fanno le autorità, ma le banche devono fare i conti con uno scenario ancora difficile e rispettare le Leggi ci impedisce di fare profitto”.