Draghi alle banche: “Costi oscuri, interveniamo”

di Gianfilippo Verbani 3


 Per fortuna in questa Italia attraversata da scandali sessuali (dei quali, diciamolo, ci importa anche poco finché non diventano la contropartita per una corruzione) e degrado della politica resta ancora qualche figura che ci consente di ben sperare. Tra le altre, segnaliamo oggi quella di Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia secondo alcuni lanciato verso la presidenza della BCE. In una fotografia dell’Italia economica scattata da Napoli, Draghi ha trovato (anche, dato che gli argomenti sono stati molteplici) il modo di lanciare una strigliata alle banche su costi delle commissioni, mutui e compensi ai manager. Soffermandosi principalmente sul primo di questi tre punti…

Per bocca del governatore Bankitalia chiede una nuova Legge dello Stato, anzi annuncia di avere tra le mani una bozza da sottoporre al Governo per fare chiarezza relativamente ai costi bancari. Una “proposta organica” che non piace granché alle banche, ferme come sono nella difesa dei propri interessi oligopolistici giustificati con una frase che dice tutto senza dire niente: “Discutiamo sulla trasparenza, ma che questa non ci venga imposta attraverso un’altra Legge”. Secondo l’ABI, infatti, sarebbe meglio insistere sull’autoregolamentazione concordata con l’Antitrust.

Eppure Draghi ha potuto lanciare i propri strali a ragion veduta: Via Nazionale ha infatti concluso una rilevazione avviata lo scorso settembre tra 514 istituti (che insieme assommano l’82% dei conti correnti offerti alla clientela) sulle commissioni applicate su affidamenti e scoperti di conto dopo l’abolizione del “massimo scoperto”, datata gennaio 2009. La sintesi conclusiva. già resa nota al Ministero dell’Economia, è che nella media si registra una riduzione dei costi, ma in un terzo dei casi essi sono invece cresciuti, trasformandosi in altre voci stravaganti e tutt’altro che giustificabili se non con l’interesse a spillare soldi dalle tasche dei risparmiatori in difficoltà. I CMS (costi di massimo scoperto) sono infatti stati sostituiti da altri acronimi rimanendo però, nella sostanza, sempre uguali a loro stessi. Se non una marcia indietro, Draghi ha chiesto almeno una semplificazione della gamma e una drastica riduzione delle sigle: e dire che nelle favole i Draghi fanno sempre la parte dei cattivi…


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