Fed, quali saranno le mosse nel 2023

di Daniele Pace Commenta


Nel corso dell’attuale mese di dicembre, la Federal Reserve ha dato ancora una volta conferma delle voci che si erano diffuse negli ultimi mesi e che erano state parzialmente e velatamente già fatte proprie.

Ovvero, la notizia è che la Fed continuerà ad aumentare i tassi di interesse. Al momento, è bene mettere in evidenza come il limite superiore legato all’intervallo target relativo ai Fed funds è quello del 4,5%. Le previsioni, però, sono tutte concordi nel puntare su un ulteriore aumento dei tassi, che dovrebbe aggirarsi intorno a 50 pb, da attuarsi nel corso della riunione che si svolgerà nel corso del prossimo mese di febbraio.

Successivamente, nel mese di marzo, si dovrebbe raggiungere un altro aumento pari a ben 25 pb. Gli aspetti principali di cui si è parlato a lungo nel corso dell’ultima riunione del FOMC sono diversi. In primis, ci sono elevate probabilità che il tasso di policy preso come riferimento arrivi a toccare la soglia del 5.1% nel corso del 2023, in base a quelle che sono le previsioni mediane che sono state diffuse da parte di tanti addetti ai lavori che hanno preso parte al FOMC. Un incremento pari a 50 pb nelle aspettative di medio periodo rappresenta il risultato più evidente che è emerso nel corso dell’ultima riunione.

Per quanto concerne il percorso compiuto dai tassi di interesse sui mutui, pare proprio che il 2023 sia l’anno peggiore da questo punto di vista, dal momento che le previsioni parlano di un picco al 5.1%. in poche parole, a quanto pare ci dovremo attendere un rialzo pari all’incirca a 100 punti in confronto ai livelli odierni.

Non solo, dal momento che, una volta raggiunto il picco, si tornerà nuovamente a scendere, con i valori che nel 2025 dovrebbero invece arrivare al 2.9%, visto che ci dovrebbero essere altri 200 punti di tagli. Il numero uno della Federal Reserve, ovvero Jerome Powell, ha messo in evidenza come l’obiettivo della Fed è senz’altro quello di fare in modo che l’inflazione possa tornare nuovamente entro i ranghi, ovvero entro il 2%.

Non solo, dal momento che Powell ha voluto sottolineare anche un altro aspetto, ovvero che non si è arrivati ancora a un livello di restrizioni sufficiente. Ecco spiegato il motivo per cui, nel corso dei prossimi mesi, non ci si deve aspettare altro che un nuovo aumento dei tassi di interesse, misura che viene ritenuta più che appropriata per lo scenario attuale. Al momento, ha concluso l’intervento Jerome Powell, pare che il problema numero uno da risolvere sia più che altro quello legato alla durata per cui i tassi verranno mantenuti a livelli così restrittivi e non tanto la rapidità con cui vengono aumentati.