Cresce l importo medio dei prestiti alle famiglie

di Gianfilippo Verbani Commenta

Evidente inversione di tendenza rispetto al passato.


L’analisi dei prestiti alle famiglie nel 2015 ha dato buoni risultati: lo scorso anno, infatti, l’importo medio dei prestiti personali ha evidenziato una crescita del 13,0%, portandosi a 12.385 euro, mentre l’importo medio erogato per i prestiti finalizzati è risultato pari a 4.242 euro, con un incremento del 5,2% nei confronti del 2014.

In entrambi i casi si è registrata una positiva inversione di tendenza in confronto al recente passato.

I dati diffusi da CRIF sui flussi di credito emesso alle famiglie italiane nel corso del 2015 vanno inquadrati in un contesto economico in lieve recupero: in particolare tra i fattori economici principali della ripresa sono da considerare il calo del prezzo del petrolio, il favorevole tasso di cambio tra euro e dollaro e, in particolar modo, il livello di liquidità monetaria disponibile determinata dal “quantitative easing” della BCE, oltre al basso livello raggiunto dai tassi di interesse. Questi ultimi fattori hanno avuto un impatto importante sia sulla domanda, tornata a crescere quasi ai livelli pre-crisi, e sia sulle condizioni di offerta, divenute più favorevoli.

“La buona ripresa dei prestiti comincia a dare un primo slancio a un mercato che è rimasto fermo troppo a lungo, e a stimolare gli investimenti di lungo termine che famiglie e imprese avevano rimandato negli ultimi anni”, spiegano da CRIF, “La spinta per rivitalizzare il segmento è stata data anche da condizioni dell’offerta decisamente più favorevoli con tassi su livelli minimi e l’euribor ancora pari a zero”.

Se i prestiti personali e quelli finalizzati sorridono, qualche problema continuano a darlo ancora i prestiti casa: nel 2015 i mutui ipotecari hanno registrato infatti un importo medio pari a 122.942 euro, inferiore del 3,3% rispetto all’anno precedente, che a sua volta aveva già fatto registrare un calo rispetto 2013. Bisogna però tener conto che questa contrazione è in gran parte dovuta all’esigenza, da parte degli operatori, di rispettare la sostenibilità economica del finanziamento, per un più attento controllo del rischio di credito.