Clonazione Bancomat: attenzione e un nuovo brevetto gli antidoti

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Due notizie in una, con la speranza di farvi cosa gradita. Non è la prima volta, ma speriamo possa essere l’ultima, che vi parliamo di furti di identità digitali, clonazioni di carte magnetiche e frodi on-line: non lo facciamo per menar gramo oppure per denigrare gli istituti di credito e i loro sistemi di sicurezza, bensì per consigliarvi attenzione nell’adottare tecnologie sempre nuove, ma proprio per questo ancora sensibili al rischio perché i test, per così dire, li fanno gli utenti finali, cioè noi risparmiatori. Per giunta, a fronte di alcuni episodi di frode ci sono molti più casi di transazioni regolari che avvengono ogni giorno, e dei quali non si parla perché fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce. E noi siamo qui a dirvi che gli antidoti ci sono, a patto di prestare una certa attenzione.

Come ha fatto un ex finanziere, ora in pensione, di Milano, il quale ha scoperto un bancomat-trappola in una filiale di una banca in Piazza Giovanni dalle Bande Nere: inserendo la sua carta magnetica, l’uomo ha notato una modifica sospetta alla fessura d’inserimento del tesserino e ha dato l’allarme. Si è così scoperto che tutti i dati venivano filmati da una microcamera per permettere poi ai truffatori di clonare le carte di credito.

Oppure ci si può affidare a sistemi ingegnosi come ci sembra essere quello di SG Invenzioni, una società che potrebbe aver brevettato la soluzione al rischio da clonazione da sportello. L’idea è molto semplice: un cartoncino, alcuni elastici per indossarlo sopra la mano a mo’ di schermo contro quelle microtelecamere che sono in grado di carpire il codice pin di una carta bancomat e ai truffatori non resta che la rabbia di non poter prelevare al posto vostro i soldi perché il codice di sicurezza non è stato loro rivelato. Semplice, quanto ingegnoso.