BTP Italia, i pro dell’investimento di fine maggio

Fondamentale analizzare più da vicino la questione BTP Italia, individuando pro e contro dell’investimento di fine maggio. A partire da martedì 27 maggio, i risparmiatori italiani avranno l’opportunità di investire nella nuova emissione del BTP Italia, un titolo di Stato progettato per offrire protezione contro l’inflazione. Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi di detenere un’obbligazione legata all’inflazione?

È importante ricordare che i titoli indicizzati ai prezzi, emessi principalmente da governi come quello italiano, mirano a preservare il valore dell’investimento dall’erosione causata dall’inflazione. Questo meccanismo si traduce in un adeguamento sia del capitale investito sia degli interessi periodici (cedole) in linea con l’andamento dei prezzi al consumo.

Nel caso specifico del BTP Italia, l’indicatore di riferimento è l’indice FOI, ovvero l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi. Elaborato dall’ISTAT, questo indice si basa su un insieme di beni e servizi rappresentativi dei consumi tipici di una famiglia di lavoratori dipendenti. A marzo, l’inflazione annua misurata dall’indice FOI senza tabacchi si attestava all’1,7%.

BTP Italia

I pro dell’investimento BTP Italia

I titoli di Stato indicizzati all’inflazione rappresentano uno strumento per difendere il potere d’acquisto dei risparmiatori dall’aumento generalizzato dei prezzi. L’inflazione, infatti, riduce la quantità di beni e servizi acquistabili con la stessa somma di denaro.

Nicolò Bragazza di Morningstar Investment Management evidenzia come le obbligazioni “inflation-linked” possano offrire una protezione significativa in scenari di inflazione elevata e inattesa, specialmente se confrontate con le obbligazioni governative tradizionali, le quali tendono a risentire negativamente dei periodi inflattivi a causa dei loro pagamenti di interessi fissi.

Investimenti che mirano a superare il tasso di inflazione consentono di preservare il potere d’acquisto, generando rendimenti “reali”, ovvero guadagni al netto dell’aumento dei prezzi.

Nel caso specifico del BTP Italia, il capitale investito viene rivalutato semestralmente e tale rivalutazione viene corrisposta contestualmente alla cedola. Quest’ultima, anch’essa pagata ogni sei mesi, si calcola applicando il tasso cedolare reale fisso al capitale rivalutato. È importante notare che, in caso di deflazione (una diminuzione generale dei prezzi) durante i sette anni di vita del titolo, entra in gioco un meccanismo di protezione (“floor”) sia sul capitale che sulla cedola. Questo significa che l’investitore non subirà alcuna riduzione e la cedola sarà calcolata sul capitale nominale iniziale, non rivalutato.

Oltre alla protezione contro l’inflazione, diverse analisi evidenziano una storicamente bassa correlazione tra questa tipologia di obbligazioni e altre classi di attivo come azioni e materie prime. Questa caratteristica contribuisce a una maggiore diversificazione del portafoglio, potenzialmente migliorando il rendimento totale corretto per il rischio.

Ad esempio, analizzando gli ultimi vent’anni, la correlazione tra l’indice azionario Morningstar Global Markets e il Morningstar Global Treasury Inflation-Linked Securities è stata di 0,35 (dove 1 indica una correlazione perfetta). Come illustrato, la divergenza tra l’andamento di questi due indici è più marcata su orizzonti temporali più ampi, mentre negli anni recenti si è osservata una tendenza a un aumento della loro correlazione. Insomma, diversi pro per gli investimenti BTP Italia.