La strada che conduce all’abbandono del denaro cartaceo a vantaggio della valuta elettronica è ancora lunga, molto più lunga rispetto a quanto le banche vogliano farci pensare. Del resto, un’abitudine vecchia di (migliaia di) anni non può essere cancellata per editto in pochi istanti: serve il tempo necessario affinché la rivoluzione si faccia strada anche nella mente degli utenti/risparmiatori, finora -comunque, non possiamo nasconderlo- bombardati di campagne pubblicitarie e promozioni atte a lanciare i nuovi strumenti di pagamento. Oggi parliamo di bancomat, e lo facciamo sulla scorta di una ricerca Wincor Nixdorf secondo la quale sono almeno il 70% gli italiani che ne posseggono uno.
Il prodotto, quindi, piace. Ma il discorso diventa sostanzialmente diverso quando si cerca di analizzare il ricorso che si fa nei confronti del bancomat, dal momento che in questa particolare analisi le tinte diventano decisamente più fosche. Solo (poco più di) un italiano su due, per l’esattezza il 52%, utilizza infatti la tessera magnetica collegata al conto corrente per effettuare pagamenti o fare prelievi. All’origine di questo dato non certo entusiasmante c’è l’atavica diffidenza degli italiani nei confronti dei truffatori: il 29% degli intervistati ha infatti espresso il timore nel prelevare allo sportello, mentre il 27% si fida poco della tecnologia applicata all’erogazione del denaro.
Tutto questo continua ad essere vero nonostante le strategie di prevenzione delle truffe siano abbastanza raffinate: solo il 3% del campione ha infatti dichiarato di conservare (comportamento assolutamente sbagliato) il PIN del bancomat nello stesso portafogli che contiene anche la carta collegata, mentre il 67% ha imparato a memoria il codice di sicurezza. Un altro fattore che “raffredda” gli italiani nell’utlizzo del bancomat è rappresentato dalla sua ancora non capillare diffusione: solo il 64% dei piccoli esercizi ne è dotato, hai voglia ad arrivare in un negozio che non ce l’ha e provare a pagare senza ricorrere al contante…