Aumentano ancora le sofferenze bancarie ad ottobre 2013

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Nel mese di ottobre 2013 sono continuate ad aumentare le sofferenze bancarie. La causa principale del fenomeno deve essere individuata nel duraturo stato di recessione che sta interessando il paese e nell’aumento del numero dei fallimenti delle imprese italiane. Di conseguenza, sembrano aumentare rapidamente anche i prestiti richiesti che rimangono insoluti. 

I prestiti in sofferenza sono un problema sociale

Questo, almeno, è il quadro tracciato dall’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, per il mese di ottobre 2013, un mese che ha fatto registrare ancora dati record da questo punto di vista. Le sofferenze lorde maturate dalle banche e dagli istituti di credito, infatti, nel mese di ottobre 2013, hanno raggiunto la cifra di 147,3 miliardi di euro, cioè 27,5 in più rispetto ad un anno fa e 100 in più rispetto alla fine del 2007.

Il livello di insolvenza delle imprese italiane è elevato per il FMI

Anche il rapporto con gli impieghi raggiunge livelli che non si vedevano da anni: dal 1999, infatti, il rapporto tra sofferenze e prestiti non raggiungeva l’attuale 7, 7 per cento. 

Come è noto si definiscono sofferenze bancarie tutti i rapporti con con soggetti insolventi indipendentemente dalle garanzie che li assistono.

Inoltre, secondo il Cerved, i crack che è stato possibile registrare in Italia tra il mese di gennaio 2013 e il mese di settembre 2013 sono stati più di 9 mila, in aumento del 12 per cento rispetto all’anno precedente. Le sofferenze nette, invece, ad ottobre 2013, hanno raggiunto quota 77,5 miliardi di euro, con un aumento di 17 miliardi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Per quanto riguarda le sofferenze nette, infine, il rapporto con gli impieghi supera ora il 4 per cento.