Banche italiane 2009-2011: meno utili e più sofferenze

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Nel nostro Paese il sistema bancario sta continuando a sostenere imprese e famiglie sia dal fronte dell’erogazione dei servizi bancari, sia dal versante della concessione del credito nonostante la difficile situazione congiunturale che per gli istituti di credito pesa sia sugli utili, in calo, sia sulle sofferenze che, di contro, sono in aumento. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dall’AFO-Financial Outlook i cui dati sono stati resi noti dall’ABI, Associazione Bancaria Italiana. In particolare, anche a causa della lenta ripresa dell’economia, per l’anno in corso sono previste sofferenze in crescita del 27% per il sistema bancario, mentre per il 2011 la crescita è prevista meno ampia e pari al 9%; come diretta conseguenza, i profitti del comparto nel 2009 registreranno una contrazione del 45% per poi rimbalzare timidamente dell’8% per l’anno in corso.

L’AFO-Financial Outlook, a conferma di una ripresa economica al rallentatore per il nostro Paese, prevede una crescita del prodotto interno lordo italiano di appena lo 0,6% nel 2010 per poi crescere in maniera più robusta nel 2011 con un +1,6%. A fronte delle difficoltà congiunturali che pesano sulla redditività del sistema bancario, è attesa per il 2010 una crescita del 3,4% dei prestiti che saranno erogati alle famiglie dopo il +0,5% di crescita dello scorso anno; e nel 2011, i prestiti che le banche italiane concederanno ai privati dovrebbero crescere del 4,3% con segnali di miglioramento anche per i prestiti a breve termine.

Per le imprese, dopo il calo dello 0,2% segnato nello scorso mese di settembre, i crediti concessi dalle banche alle imprese nel 2010 dovrebbero attestarsi a +2,6% rispetto all’anno che ci siamo lasciati alle spalle per poi salire ulteriormente a +3,2% nel 2011. Guardando all’economia nel suo insieme, in ogni caso, si può dire che il peggio sia alle spalle visto che anche l’AFO-Financial Outlook mette in risalto come nel nostro Paese la produzione industriale registri una risalita, seppur graduale, accompagnata dal contestuale miglioramento della fiducia sia da parte delle imprese, sia da parte dei consumatori.