Truffe al Bancomat. Monza, successo per la ronda della Polizia: sventato un ATM “alterato”

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Lotta senza quartiere: è questo quanto si attendono i risparmiatori, è questo quanto sarebbe giusto concedere loro, è questo quanto si sta cominciando a fare, ed è sempre un piacere poter annotare che ci sono stati anche dei buoni risultati. La lotta, portata avanti da istituti di credito, polizia e risparmiatori nei confronti dei criminali informatici che cercano di servirsi delle zone d’ombra ancora presenti nel sistema della circolazione del denaro “magnetico”, ha dato frutto durante il week-end anomalo del 2 giugno in quel di Monza, dove la polizia ha istituito una task-force atta a scongiurare il rischio di clonazione di carte e bancomat in un periodo, come è quello delle prime ferie, in cui gli sportelli automatici sono chiamati a grandissimo lavoro (e quindi esposti ad un rischio proporzionalmente maggiore).

Montato dietro il pannello del bancomat, lo “skinner” (dispositivo elettronico in grado di leggere le bande magnetiche di bancomat e carte e, con l’ausilio di un circuito, di memorizzare anche i codici) era pronto per truffare decine di persone. Ben consapevole del fatto che la pratica in oggetto è particolarmente diffusa, la Polizia di Stato ha scelto di dedicare particolare attenzione e meticolosi controlli per limitare la portata del problema, e proprio uno di questi controlli ha portato alla scoperta dell’ATM “alterato”.

Già, perché i militari hanno istituito delle singolari “ronde” (i termini, spesso utilizzati in altre accezioni, vengono qui usati per il loro significato originale) il cui scopo era di andare a controllare gli sportelli installati sul territorio di Monza, al fine di stabilire se qualcuno di questi fosse stato manomesso. Lupus in fabula, lo sportello bancomat della Monte Paschi di Siena di via Passerini è sembrato evidenziare qualche tratto anomalo. I poliziotti, ormai divenuti esperti di queste strategie di truffa, hanno accertato che il dispositivo era stato “piratato” e denunciato l’accaduto in Commissariato.