Tassi mutui, maggio è un buon mese per qualche novità

Impossibile scordarsi l’imponente sforbiciata che è stata data dalla Bce al costo del denaro, con la riduzione di ben 25 punti base, che è stata poi susseguita da un’altra operazione simile, ma più contenuta nelle cifre, visto che ad aprile il taglio si è limitato al 2,25%.

Tassi mutui: le aspettative dei mercati

Stando quanto riportano le aspettative dei mercati, sembra proprio che il 2025 possa vedere almeno altri due ribassi. Ad esempio, ci sono buone possibilità che l’Euribor a 3 mesi possa nuovamente abbassarsi per arrivare al 2,05% a giugno e scendere sotto al muro dell’1,8% nel corso del mese di dicembre.

È chiaro che a pesare maggiormente su queste decisioni sono le dinamiche a livello geopolitico. L’impatto dei dazi voluti da Trump, ma anche il programma di reindustrializzazione sviluppato per l’UE, oltre al piano ReArm Europe. Insomma, ci sono tanti aspetti che sono in gioco, ma è chiaro che a fare la differenza è il trend che caratterizza l’inflazione. Se si dovesse mantenere l’attuale trend, è chiaro che un nuovo taglio ai tassi di interesse sarebbe più che scontato.

Uno scenario del genere andrebbe a impattare in maniera più diretta ed evidente sui mutui. I mutui a tasso fisso stipulati come nuovi porterebbero in dote maggiori vantaggi, mentre i mutui dotati di un tasso variabile, tra cui anche quelli non di nuova stipula, potrebbero contare su una sforbiciata alle rate.

Le prossime riunioni della Bce

Dando uno sguardo al calendario delle riunioni che sono in programma per la Bce, ecco quali potrebbero essere le finestre temporali in cui questi tagli potrebbero trovare attuazione. La prima è quella del prossimo 5 giugno, mentre poi altre due date sono quelle del 24 luglio e dell’11 settembre, passando poi per le date autunnali e invernali, ovvero 30 ottobre e 18 dicembre.

D’altro canto, il mese di maggio sembra essere proprio quello più adatto per capire qualcosa in più sul trend che caratterizza i tassi di interesse, soprattutto per via dell’andamento legato all’inflazione.

Conferme sono arrivate anche da un noto esponente della Bce, ovvero Piero Cipollone, che ha effettivamente discusso in maniera piuttosto evidente di come lo scenario attuale faccia pensare a un trend disinflazionistico a breve termine per via dei dazi applicati da Trump. Sempre la Bce ha espresso tutti i suoi timori del pericolo che sul mercato europeo possano arrivare tutte quelle merci cinesi che non sono state vendute sul mercato americano per colpa dell’applicazione dei nuovi dazi. Insomma, potrebbe esserci in Europa una vera e propria invasione di merci a basso costo e di bassa qualità provenienti dalla Cina.