Sarkozy, asse con Zapatero per tassare le transazioni finanziarie

di Gianfilippo Verbani 1


 Urge una tassa sulla transazioni finanziarie! È stato questo, nella sostanza, il senso dell’accorato appello alla comunità internazionale lanciato dal Presidente francese Nicolas Sarkozy nel corso del suo intervento a New York di fronte al summit Onu sugli Obiettivi del Millennio. L’idea di una tassazione delle transazioni finanziarie stuzzica l’Europa sin dalla scorsa Primavera, quando un vertice economico ritenne potesse essere quella la soluzione da suggerire al G20 di Toronto. La linea non passò a causa del veto imposto da Silvio Berlusconi, il quale fece notare che se di tassazione doveva trattarsi, almeno che fosse una misura da adottare su scala planetaria in modo che non tornassero ad esistere i cosiddetti “Paradisi fiscali”.

Obiezione accolta anche dagli USA, ma ora l’Europa ci riprova giocando sull’inedito asse Sarkozy-Zapatero, più una nuova freccia per così dire “etica” all’arco: “La tassa sulle transazioni finanziarie – secondo Sarkozy, infatti – sarebbe un modo di trovare fondi per finanziare la risposte alle esigenze dei paesi più poveri, anzitutto nell’ambito della lotta al cambiamento climatico. Risposte che saranno priorità nelle future presidenze francesi del G20 e del G8”. Sarkozy ha scelto di affrontare la questione da un punto di vista morale: “La finanza si è globalizzata: in nome di che cosa non dovremmo domandare alla finanza di partecipare alla stabilità del mondo con una tassa su ogni transazione?”.

Anche Josè Luis Rodriguez Zapatero, di concerto con il collega francese, ha espresso la nuova definizione dello scopo della tassa sulle transazioni finanziarie: raggiungere tutti gli obiettivi del Millennio entro cinque anni, come preventivato. “Come possiamo raggiungere questi obiettivi? – ha dichiarato Zapatero – A due condizioni: che i paesi mantengano lo sforzo a favore degli aiuti allo sviluppo nonostante la crisi, e che si stabilisca una tassa sulle transazioni internazionali”. Ora la partita si sposta sul terreno della politica interna di ciascuno Stato.


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