Il prestito economico è una delle necessità cui si trovano a far fronte non solo cittadini privati ma anche – e sempre più spesso – liberi professionisti. Banche e finanziarie, dunque, rivestono un ruolo cruciale in un contesto di difficoltà pecuniarie. Gli esercizi e le attività commerciali – specie di piccola e media dimensione – hanno subito in maniera evidente gli strascichi di una crisi economica che ha interessati anche le grandi aziende. Se, tuttavia, per queste la perdita in fase di esercizio di bilancio determina nella peggiore delle ipotesi un ridimensionamento, per quelle il rischio in cui si incappa è di una chiusura definitiva. Spesso con tanto di fallimento. Motivo per cui, la richiesta di finanziamento da parte dei liberi professionisti assume il tono di un passaggio obbligato per riuscire a stare a galla. Un dato su tutti: le piccole e medie imprese (Pmi) europee hanno chiuso un 2009 davvero difficile nel corso del quale le lamentele per l’evidente difficoltà ad accendere un mutuo si sono attestate sul 42% (fonte, Banca Centrale Europea). Figurarsi cosa possa significare, la crisi economica, per un lavoratore autonomo magari in fase di start up o nel tentativo di riscattare una situazione lavorativa complicata.
Accedere a un prestito: che dilemma! Professionisti e lavoratori autonomi possono scegliere tra differenti percorsi. In primo luogo, tuttavia, occorre individuare nel dettaglio la categoria di riferimento: si annoverano tra i liberi professionisti coloro che non abbiano un contratto di lavoro dipendente il cui accesso al credito è garantito da numerose tipologie di prestiti personali e fiduciari. Nello specifico, le richieste della banca o della finanziaria di riferimento sono quelle di poter visionare la dichiarazione dei redditi (in sostituzione del certificato di salario), il modello Unico (a fare le veci del Cud) e una polizza sulla vita (che va a prendere il posto del trattamento di fine rapporto, il Tfr). Ancora: viene richiesta una buona posizione creditizia (per appurare che il richiedente non abbia alle spalle mancati pagamenti e protesti, che nel caso andrebbero sanati prima di qualunque altra richiesta) e la certificazione di un reddito solido (al punto da garantire la sostenibilità del debito). Detto questo, va ribadito che i liberi professionisti possono accedere e ricorrere al credito al consumo, fare utilizzo di carte di credito, di debito e revolving e garantirsi mutui. Tanto ipotecari quanto bancari. Non solo: in caso di richiesta per importi elevati, le opzioni possibili sono quella della fidejussione e della garanzia di terzi. Una delle tipologie di prestito cucite di recente sulla pelle dei liberi professionisti è quella del cosiddetto “mutuo liquidità” con durata variabile dai 5 ai 20 anni: viene concesso grazie ad un’ipoteca su un’abitazione di proprietà e garantisce l’investimento della liquidità per l’apertura di un’attività professionale/commerciale. Molto battuta anche la strada del social landing (prestito sociale, con l’affidamento a società che offrono servizi di intermediazione online tra privati) e quella del prestito d’onore (tipologia, quest’ultima, costruita sui misura per imprenditori e liberi professionisti). Solitamente, il prestito viene restituito in due differenti modalità: a rata variabile e durata fissa (la rata mensile varia a seconda dell’andamento del tasso variabile, mentre la durata del prestito resta fissa) e a rata fissa e durata variabile (la rata mensile resta fisso nel tempo, ma può variare la durata del mutuo a seconda dell’andamento del tasso variabile). Tra tutte, le banche che garantiscono un’attenzione maggiore rispetto a micro-piccole imprese e liberi professionisti son oquelle che fanno parte del circuito delle Banche popolari e delle Banche di Credito Cooperativo. In particolare, le prime hanno contribuito a sostenere le imprese in difficoltà garantendo l’erogazione del credito in maniera costante: nel 2009 vi è stato un incremento dei prestiti in favore dei liberi professionisti che ha interessato tutta la Penisola. La logica su cui si fondano le Banche Popolari è quella che non prescinde dalla vicinanza alla clientela e dal radicamento sul territorio: elementi che consentono di implementare e adattare strumenti finanziari a esigenze specifiche. Le caratterisiche che accomunano i prestiti riconosciuti ai liberi professionisti sono riassumibili nelle seguenti: ammontare della somma erogabile direttamente proporzionale alla dichiarazione dei redditi dell’anno precedente; cifra massima garantita fino a 40.000 euro; prestito a tasso fisso per tutta la durata del finanziamento; piano di ammortamento compreso tra 12 e 72 mesi. Premesso ciò, ecco un’altra serie di opportunità offerte da banche e finanziarie che si possono prendere in considerazione.
Banca Carige: offre ai liberi professionisti prestiti a condizioni esclusive per l’acquisto di attrezzature d’ufficio, computer o investimenti ad utilizzo pluriennale. E’ possibile finanziare qualsiasi spesa presentando alla Banca solo la documentazione reddituale. L’ammontare dell’importo riconosciuto è tra i più alti in assoluto: da 1.000 a 70.000 euro; la durata del prestito da 6 mesi a 8 anni (in base all’importo richiesto); la tipologia delle rate è costante o variabile in funzione della scelta del tasso d’interesse (fisso o variabile). Il Gruppo Carige fa sapere che l’assegnazione o meno del prestito viene decisa entro 48 ore dalla consegna della documentazione.
BancoPosta: prestito rivolto a liberi professionisti titolari di un conto bancoposta. L’ammontare dell’importo va da 1.500 a 30.000 euro. Rimborso concordabile fino a 84 rate complessive da versare a ogni mensilità.
Intesa Sanpaolo: Prestito Multiplo, con importo finanziabile da 2.000 a 30.000 euro rimborsabile in rate mensili con tempistica che può variare da 24 a 72 mesi. E’ possibile cominciare a rimborsare il finanziamento dopo 6 mesi dalla data di erogazione o richiedere il posticipo di una rata all’anno. Tasso concorrenziale e bloccato per tutta la durata del finanziamento. Garanzia di risposta in pochi giorni e possibilità di adesione Monorata: in caso di più prestiti con banche differenti, in soldoni, si può scegliere di avere un unico prestito con unica rata.
Directafin: DirectaPrestito, finanziamento a tasso fisso flessibile da 2.500 a 30.000 euro con rate mensili dilazionabili fino a 120 mesi e possibilità di estinzione del prestito in qualunque momento
PrestitiMas: prestiti fino a 45.000 euro non finalizzati a tasso fisso rimborsabile mensilmente che può coesistere con altri finanziamenti. Breve l’iter per l’ottenimento.
Commenti (1)
I commenti sono disabilitati.