Pagare con il mutuo? Sì, no, forse

di Gianfilippo Verbani 1


 Il mutuo? No, grazie. Almeno secondo le ultime cifre. E poco importa se è stata appena approvata la moratoria. Poco importa se la crisi sembra alle spalle. Poco importa se, sulla carta, il “piano famiglie” rappresenta l’iniziativa più concreta messa in atto negli ultimi anni dal mondo del credito per aiutare chi fatica a rispettare i pagamenti.  Chi investe nel mattone sceglie altri modi per pagare. Ma il mutuo, no. Lo scorso le famiglie e gli investitori hanno preferito altro, appunto: finanziamenti o contanti. Quello che è sicuro è la flessione: solo il 53 percento ha pensato a un prestito bancario. Sembra una cifra elevata, ma non lo è. Nel 2005, infatti, il 66 percento delle acquirenti ha scelto il mutuo. Ben tredici punti in meno, quindi. Secondo lo studio di Scenari Immobiliari – un istituto indipendente di studi e di ricerche che analizza i mercati e in generale, l’economia del territorio in Italia ed in Europa -, la discesa diventa ancora più ripida se si guarda ai dati del centro-sud. Lì, i punti percentuali persi arrivano a venti. Davvero tanti.  Cosa vuol dire in termini pratici? Che nel Mezzogiorno solo una casa su tre è acquistata con un prestito.  «I mutui ipotecari restano il metodo di pagamento preferito per chi acquista prime case, di taglio medio piccolo, con un prezzo che non supera i 250 mila euro. Il 90 percento delle transazioni che avvengono sul mercato residenziale di valore medio-basso contemplano l’aiuto della banca», spiega Mario Breglia presidente di Scenari. Poi è arrivata la crisi e la paura. Già nel 2006 – ovvero da quando le rate sono aumentate – il settore è stato come congelato. E, secondo gli analisti, molto ricorda il mercato degli anni Novanta.  «Si è tornati al mercato di venti anni fa – continua Breglia – Compra la casa solo chi è più ricco e non ha bisogno di alcun aiuto finanziario per acquistare». Ma per quest’anno qualcosa si muoverà. Perché la domanda è forte e perché già rispetto al 2009 c’è stato un miglioramento del mercato. Almeno si spera.


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