Pace fiscale: piccolo vademecum per mettersi in regolarizzare

di Daniele Pace Commenta


 Sta per arrivare la fatidica data del 31 maggio, il termine ultimo per sfruttare la pace fiscale varata dal governo e sanare i propri problemi con il fisco, versando 200 euro per ogni irregolarità. In questo modo si potrà prorogare il tempo a disposizione per accordarsi con il fisco, come recita la Circolare n.11 del 15 maggio.

Cosa e come sanare

Si possono sanare gli errori formali che non influiscono sulla somma da pagare, ma che comunque sono un ostacolo nella dichiarazione. Tra gli esempi che si possono fare errori nella presentazione dei dati delle fatture o sulle scritture contabili.

Non si possono sanare invece le mancate dichiarazioni fiscali obbligatorie, anche se l’imposta era pari a zero. Anche i mancati o errati pagamenti Iva sono esclusi, come le mancanze dei modelli per gli studi di settore, la mancata fatturazione e gli scontrini, le violazioni per l’imposta di registro e successione.
Come detto, per iniziare l’iter della pace fiscale, va versata una somma di 200 euro per ciascuna delle irregolarità da sanare. Si può pagare in una volta o in due rate, la prima per il 31 maggio e la seconda entro il 2 marzo 2020.

Poi va presentata tutta la documentazione, prima della scadenza della seconda rata, o al massimo entro 30 giorni, in caso di dimenticanza, dalla notifica dell’Agenzia delle Entrate.