Mutui, UE: “tetto al 40%”

di Gianfilippo Verbani 2


 Quel che è giusto è giusto, anche se – come in questo caso – è strisciante la sensazione che si stiano usando due pesi e due misure. Comunque, siccome quel che è giusto è giusto, oggi parliamo della notizia secondo la quale l’Unione Europea (in persona…) sta pensando ad una direttiva per abbassare il tetto dei mutui fino alla soglia del 40% del valore dell’immobile. Niente è invece allo studio per quegli operatori finanziari che, una volta passata l’onda anomala della crisi e la caccia alle streghe che ne è conseguita, hanno ripreso ad impacchettare titoli tossici o a fare profitto sul nulla. Ma questa è un’altra storia…

Bene, insomma, che da qualche parte si cominci a pensare ad un rimedio che possa evitarci i precipitare in un’ulteriore spirale di sofferenza dell’economia; male, però, che a farne le spese debba essere – come sempre – per primo il piccolo risparmiatore. Fermo restando che, per ora, si tratta solo di ipotesi: secondo il “Sole 24 ore”, infatti, la Commissione europea starebbe lavorando ad un testo che prevede la possibilità di far scendere al 40% del valore degli immobili l’importo massimo finanziabile con un mutuo. Il portavoce McCreevy ha smentito, dando un senso al proprio ruolo istituzionale, senza però convincere nessuno.

Sembra infatti che i lavori della Commissione siano in stato avanzato. Cosa significherebbe questo per l’economia, in special modo quella italiana? Significherebbe applicare un piccolo foro alla bolla del mercato immobiliare, un mercato dove noi italiani abbiamo riposto il 60% della nostra ricchezza. Perdita di valore? Non proprio. Piuttosto un calmiere, che lo faccia crescere a ritmi realistici piuttosto che lievitare a dismisura ma senza alcun legame con la ricchezza reale. Vero è anche che un tetto al 40% rischia di avere serie ripercussioni sul mercato immobiliare: categorie “deboli” come gli stranieri immigrati e le famiglie a basso reddito, che alimentano in modo particolare la compravendita di bilocali, rischiano di andare in sofferenza.


Commenti (2)

  1. Il problema è che come al solito si chiudono le porte della stalla dopo la fuga dei buoi.
    Il piccolo foro nella bolla rischia di farla scoppiare. E se la bolla scoppia, il mercato si ferma se non addirittura si inchioda.
    Ma uno stop del mercato immobiliare, già minato dalla crisi di liquidità e dalle banche che concedono mutui con sempre maggiore difficoltà, significa crollo del prezzo degli immobili.
    Da un lato quindi quel 60% di valore della nostra ricchezza rischia di diventare spazzatura.
    Dall’altro il rischio è che le banche non ritengano più sufficienti gli immobili in corso di mutuo come garanzia ipotecaria e si mettano quindi a contestare i mutui già in essere richiedendo ulteriori garanzie (non fornibili dalla maggior parte degli italiani).
    Lo so che è una visione apocalittica, ma non credo sia così impossibile

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