Tetto massimo mutui al 4%: critiche di Adiconsum

di Gianfilippo Verbani 2


 Per tutto il 2009 i mutui sottoscritti a tasso variabile, non potranno superare il tetto massimo del 4% (compreso spread e costi accessori). Nel caso i tassi aumentino la differenza fra il tasso finale reale del mutuo e il tasso al 4% sarà pagato dallo stato direttamente.

Nella pratica è tuttavia probabile che in questi giorni i risparmiatori si vedano addebitare sul conto corrente l’importo originario (con applicato un tasso superiore al 4%), e non vi sua alcuna traccia del contributo dello Stato previsto dal Dl 185/2008. Lentezza della burocrazia italiana: l’applicazione del decreto (peraltro ancora suscettibile di modifiche in fase di conversione in Parlamento) da parte delle banche incontra una serie di difficoltà di carattere organizzativo. I risparmiatori, in ogni caso, non avranno niente da temere, perché lo sconto arriverà e neanche con troppo ritardo. Infatti la disposizine attuativa prevede che la banca provveda velocemente a far sì che i mutuatari possano ricevere l’agevolazione già nelle prime rate. Se così non fosse provvederà entro febbraio a riconoscere le agevolazioni non già erogate nella prima rata di gennaio. Le modalità tecniche per il pagamento della differenza verrà stabilito successivamente con un provvedimento diretto dell’Agenzia delle entrate.

Non sono manacate le critiche, prima di tutti Adiconsum che ha sottolineato l’inutilità della legge: l’abbassamento dei tassi di interesse, rende sostanzialmente inutile la previsione del Governo di fissare, per l’anno 2009, il massimo del 4%, quale tasso di interesse a carico del mutuatario con l’eventuale differenza in più a carico dello Stato. Ma secondo l’sssociazione dei consumatori vi potrebbero essere due proposte per “sfruttare” a favore dei mutuatari, la positiva congiuntura dovuta alla riduzione dei tassi Euribor e Bce:

1. applicare un tasso massimo anche ai mutui a tasso fisso, attualmente esclusi dalla legge in discussione;
2. abbassare dal 4 al 3% il tetto massimo a carico del mutuatario per i mutui a tasso variabile.


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