Incentivi rinnovabili: rischio taglio con la nuova manovra

di Gianfilippo Verbani 3


 Più tasse per il ceto medio, nuovi e massicci tagli ai trasferimenti, abolizione di una trentina di province, accorpamento dei piccoli comuni, sanzioni più aspre per chi non emette scontrini, ed anticipo dell’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato. Sono queste alcune delle misure forti contenute nella nuova manovra finanziaria del Governo di centrodestra che mira a raccogliere altri 45 miliardi di euro, tanti quanti ne bastano per garantire il pareggio di bilancio con un anno di anticipo, dal 2014 al 2013. In mezzo a tutti questi provvedimenti ce ne sono alcuni anche per lo sviluppo, per l’occupazione e per la crescita che dovrebbero permettere il rilancio del Paese. Ma buona parte dei partiti di opposizione parla di manovra sbagliata, da correggere al fine di dare al nostro Paese una prospettiva.

Una delle misure da inserire nella manovra finanziaria è inoltre quella legata agli incentivi alle rinnovabili. Nei giorni scorsi s’era parlato di un taglio del 30%, e comunque di un adeguamento dei livelli delle incentivazioni sugli standard europei. Questo perché, tra l’altro, gli incentivi statali sulle rinnovabili in Italia sono tra i più generosi al mondo. Adesso bisognerà vedere se, nel corso dell’iter parlamentare, saranno toccati o meno questi livelli delle incentivazioni che andrebbero maggiormente a colpire il Sud del nostro Paese.

Basti pensare alla Puglia, regione capofila in Italia per potenza installata da fotovoltaico. E non a caso i parlamentari del centrodestra che provengono dal Sud in questi giorni sul rischio di un taglio alle incentivazioni alle rinnovabili non solo hanno alzato le barricate, ma hanno altresì messo in discussione il loro voto favorevole in Parlamento. Stando all’attuale orientamento, la nuova manovra in Parlamento non arriverà blindata, ovverosia non sarà posta la fiducia. Di conseguenza è lecito attendersi, a parità di saldi, anche modifiche sostanziali rispetto al Testo licenziato ieri sera dal Consiglio dei Ministri.


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