Immobili di interesse storico-culturale: come funziona la vendita

di Daniele Pace Commenta

Un bene di interesse storico-artistico che appartiene ad un privato può essere venduto, ma lo Stato, ha diritto di pre-relazione, e deve essere informato.


Un bene di interesse storico-artistico che appartiene ad un privato può essere venduto, ma lo Stato, avendo il diritto di pre-relazione, deve essere informato. L’interesse deve essere dichiarato dal Ministero dei Beni Culturali e può essere si tipo storico, artistico, bibliografico, etnoantropologico, archeologico o archivistico. Anche il proprietario può richiedere l’interesse storico al ministero. L’autore dell’opera del bene, sia mobile che immobile, su cui si vuole dichiarare l’interesse, deve essere deceduto e l’opera avere almeno 50 anni.

Quando si trova un acquirente per il proprio bene dichiarato di interesse culturale, questo deve essere denunciato allo Stato, via Ministero dei Beni Culturali, entro trenta giorni dalla vendita. Naturalmente il tutto deve essere sottoscritto di fronte ad un notaio, che generalmente si occupa direttamente della denuncia.

Una volta rispettata la procedura, lo Stato ha 60 giorni per esercitare il suo diritto di pre-relazione, e la vendita dell’immobile risulta “sospesa”, ma comunque valida. Se lo Stato non esercita il suo diritto entro il termine stabilito, allora la vendita diventa effettiva.

Questo meccanismo, all’apparenza complesso, garantisce il venditore da eventuali ribassi sul prezzo da parte dello Stato.

Nel caso non si denunciasse la vendita al ministero, questa risulterebbe semplicemente nulla nel caso andasse a buon fine, mentre scatterebbe un ulteriore proroga, fino a 180 giorni, per esercitare il diritto dello Stato all’acquisto.