Il ruolo dell’Arbitro Bancario Finanziario nei contenziosi tra banche e clienti

di Gianfilippo Verbani Commenta

Rivolgendosi ad un Arbitro Bancario Finanziario, i clienti vanno incontro a procedure semplificate e costi decisamente contenuti nei confronti di quelli invece richiesti da avvocati e tribunali.


 Negli ultimi anni ha assunto sempre un maggiore peso nell’ambito bancario il lavoro svolto dall’Arbitro Bancario Finanziario, una figura istituzionale giuridica introdotta con decreto ministeriale nel 2005, con lo scopo di risolvere in maniera semplice i contenziosi che possono sorgere tra i clienti e le banche. 

Che cos’è l’Arbitro Bancario Finanziario – ABF

Rivolgendosi ad un Arbitro Bancario Finanziario, infatti, i clienti vanno incontro a procedure semplificate e costi decisamente contenuti nei confronti di quelli invece richiesti da avvocati e tribunali.

Come funziona il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario

Una recente ricerca condotta dall’Università Bocconi di Milano ha dimostrato che questa figura risulta particolarmente soddisfacente per il 62 per cento delle persone che si sono a lui rivolte nel corso dell’ultimo periodo, in particolare per quanto riguarda le procedure di arbitrato e intermediazione svolte nel settore assicurativo. In tutti i casi è stato infatti raggiunto un accordo soddisfacente e con costi contenuti.

La differenza sostanziale tra l’arbitrato di un Arbitro Bancario Finanziario e il ricorso ad un Tribunale consiste nel fatto che le decisioni dell’Arbitro non sono vincolanti, mentre quelle di un tribunale lo sono. Per avere una chiara idea del campo di azione di un ABF è necessario sapere che questa figura interviene anche nel caso di problemi con

  • conti correnti
  • prestiti
  • mutui

e che ha facoltà di decisione per contenziosi che riguardino una somma di massimo 100 mila euro. Ha però anche facoltà di azione riguardo a diritti dei clienti, obblighi e facoltà degli stessi, per cui non è previsto alcun limite agli importi.