G20 Toronto, Obama: “Ripresa, Risanamento, Regole”

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Barra a dritta, macchine avanti tutta! La direzione per una crescita economica che possa risolvere le problematiche innescate nell’economia reale dalla crisi finanziaria, secondo il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è principalmente una, cui –semmai – poterne aggiungere altre in subordine: “salvaguardare e rafforzare l’economia mondiale rafforzando la ripresa”. Solo secondariamente sarà determinante “impegnarci sul fronte delle finanze pubbliche e completare la riforma della finanza”. Un intervento del genere, un percorso come è quello (questo) contenuto nella lettera inviata ai colleghi capi di stato e di governo che parteciperanno il prossimo 25-27 giugno al G20 di Toronto (Canada), segna un’inversione di rotta alquanto decisa (e decisiva?) nella “dottrina Obama”.

In principio, all’epoca dell’esplosione della crisi economica, il Presidente USA – forse ancora troppo acerbo politicamente – si era illuso (illudendo pure noi) di poter ridefinire le regole della finanza e, in subordine, la storia di un percorso economico che proprio sull’assenza di regole aveva basato le proprie fortune e stava scrivendo, all’epoca, le proprie disgrazie. Preso atto che una politica di tal genere non può essere attuata, Obama ha deciso di cambiare rotta “allineandosi” alla dottrina dominante, che antepone una nuova crescita all’urgenza di delineare i contorni d’azione della finanza: “È fondamentale arrivare ad una ripresa in grado di sostenersi da sola che crei i posti di lavoro di cui la gente ha bisogno”

Ben consapevole di essere coinvolto nel gioco, rispetto al quale anzi gli Stati Uniti si collocano tra gli attori principali, Obama delinea la seconda (e la terza) emergenza: “Dobbiamo impegnarci a risanare le finanze pubbliche nel medio termine. E dobbiamo completare la riforma del sistema finanziario. La maggiore priorità a Toronto è quella di salvaguardare e rafforzare la ripresa economica: abbiamo lavorato duramente per ripristinare la crescita e non possiamo ora lasciare che perda forza o si fermi”. Ultimo punto in agenda potrebbe essere anche il primo passo di un nuovo corso, di un rilancio, della tanto auspicata ripresa: “risolvere le incertezze in corso sulla trasparenza dei bilanci delle banche e sull’adeguatezza del loro capitale, soprattutto in Europa, aiuterà a ridurre la volatilità dei mercati finanziari e i costi di finanziamento”.