Fondo di ristoro per i risparmiatori traditi. A che punto siamo

di Daniele Pace Commenta


 Il Fondo di ristoro per i risparmiatori “traditi” o “raggirati” dalle banche è stato istituito con la Legge di Bilancio, e riguarderà i risparmiatori rimasti con il cerino in mano a partire da quelli delle Banche venete, per passare da Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti, Cariferrara, Bcc Crediveneto e Bcc Padovana. L’eccezione è il Monte dei Parchi di Siena, salvato dallo sStato e non tecnicamente fallito.

Questo nonostante la Conconsumatori aveva “chiesto sia al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che al ministro dell’Economia Giovanni Tria, di inserire anche questi nel decreto. Pensavamo ci avessero ascoltato, ma non lo hanno fatto”, a detta del vicepresidente, Marco Festelli.

Il Fondo

Il Fondo di Ristoro, denominato Fir, è sotto la direzione del ministero dell’Economia, con un budget di 525 milioni di euro per il prossimo triennio. Ancora da finalizzare la modulistica delle richieste, per ottenere gli indennizzi a quanti hanno avuto un pregiudizio ingiusto da quegli isituti di credito in liquidazione o amministrazione. Si tratta di persone fisiche, imprenditori individuali e agricoli, associazioni, microimprese con meno di dieci dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro. Sono rimborsate le azioni e le obbligazioni subordinate dalla messa in liquidazione, e quanti hanno comprato i titoli successivamente. L’indennizzo massimo è al 30% del prezzo di acquisto, entro i 100mila euro.