Fondi pensioni: adesioni a rilento

di Daniele Pace Commenta


Si apre il nuovo capitolo tra governo e sindacato rappresentato principalmente dalla prevenzione complementare. In questo anno ricorre il decennale dell’adesione entrata in vigore per il consenso a senso mediante il versamento del TFR, che nel 2007 ha consentito l’assetto attuale del mercato dei fondi pensione. In dieci anni si è passati da circa 3,6 milioni di iscritti a 7,8 milioni, è questo ha dimostrato che una crescita c’è stata nonostante ancora siano presenti notevoli criticità.

Grazie ad una ricerca, è stato possibile evidenziare che le adesioni interessano circa un italiano su tre, ma ancora troppo debole, per un sistema previdenziale che, attraverso l’adozione del metodo di calcolo contributivo, necessita di un pilastro obbligatorio che si vada ad abbinare ad una copertura di previdenza complementare, per garantire eventuali rischi pensionistici.

Tra le categorie che non aderiscono, sono presenti proprio i soggetti che ne avrebbero più bisogno, come ad esempio la classe giovane, che si ritrova penalizzata dal ritardo nel mondo del lavoro e a causa di una carriera purtroppo discontinua. Oltre ai giovani anche le donne rientrano a far parte di questa categoria debole, ed il tasso di diffusione, tra i lavoratori della PMI, è decisamente esiguo, come quello che si manifesta nel pubblico impiego, che ha disposizione solo due fondi pensionistici, ovvero Espero e Perseo Sirio.