Findomestic ti fa quel che si può

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Ci sono cose che, anche nonostante il crollo dell’economia negli ultimi anni (o forse proprio a causa di questa ragione), non si possono fare: è vero che, ad esempio, i tassi applicati ai mutui sono calati sulla scia di quanto ha fatto il costo del denaro, e così anche gli interessi applicati ai prestiti personali (per la verità, in questo caso la cosa è avvenuta in misura minore), però non si può scendere più di tanto nel “taglio” della proposta onde evitare il rischio, sempre presente, di finire a gambe all’aria. Findomestic non vuole rendere meno credibile la propria offerta, infatti non lo fa, ma si rende conto che la strada che porta all’incremento della clientela passa anche attraverso qualche sacrificio, e fa quel che si può.

Già, perché se – come è evidente – non è nelle sue possibilità il tagliare ulteriormente l’interesse applicato al prestito personale (lo impongono ragioni di natura anche macroeconomica, perciò dipendenti solo dalle direttive delle banche centrali), può esserlo magari applicare uno sconto su quelle che altri chiamano spese accessorie, ma che in realtà sono necessarie anch’esse per far “funzionare la macchina” del finanziamento.

E’ così che imposta di bollo e imposta sostitutiva non scompaiono, però vengono offerte da Findomestic al pari di tutte le comunicazioni periodiche sull’estinzione del debito contratto, delle spese – che altri applicano – dovute per l’incasso delle rate e la loro gestione così come per istruire la pratica, operazione preliminare all’erogazione ed imprescindibile.

Potremmo parlarvi della misura del TAN, invece preferiamo riferire del TAEG – applicato ad esempio ad un finanziamento di 12mila euro da rimborsare in 84 rate – perché è sempre questa la quota complessiva di quanto andreste a pagare in più qualora decideste di accndere un prestito: siamo all’8,83%, che è sicuramente un dato in linea con le altre proposte del mercato. Ma senza spese accessorie…