Finanziamenti PMI Toscana: 130 milioni col Fondo rotativo

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Grazie ad uno schema di accordo siglato con la Cassa  depositi e prestiti, in Toscana potranno essere attivati a favore delle imprese finanziamenti pari a complessivi 130 milioni di euro. Questo grazie all’FRI, il Fondo rotativo a sostegno di imprese e investimenti dopo che la Giunta, su proposta formulata da Gianfranco Simoncini, l’Assessore regionale alle attività produttive, ha approvato l’apposito schema di accordo che potrà garantire al sistema produttivo sul territorio quelle risorse tali da mantenere ed incrementare il grado di competitività in una fase caratterizzata ancora per il sistema imprenditoriale da debolezze strutturali.

In merito proprio l’Assessore Simoncini, in accordo con quanto riportato dal sito Internet della Regione Toscana, ha messo in risalto come quella relativa all’FRI sia un’altra preziosa riserva di finanziamenti che si va ad affiancare a quelle che sono le dotazioni finanziarie già disponibili e messe a disposizione per la crescita, lo sviluppo e gli investimenti delle PMI.

Si punta al riguardo ad affiancare l’FRI al Fondo rotativo regionale che è già esistente; in merito, informa altresì la Regione Toscana, si sta lavorando per mettere a punto un nuovo regolamento dopo che proprio per il Fondo rotativo regionale sono stati recentemente aggiunti altri 18 milioni di euro. In questo modo, anche in opposizione ai tagli di spesa pubblica da parte del Governo centrale, la Regione Toscana mira a sostenere le imprese ed il lavoro dopo aver varato in queste ultime settimane piani ed azioni di sostegno come ad esempio “Giovani Sì“, il progetto integrato e finalizzato ad investire sui giovani e sulla loro occupazione. Sono parecchi proprio in Toscana i Bandi emanati sia per dare incentivi alle imprese che assumono con un contratto di lavoro stabile, sia per fornire contributi a quei lavoratori svantaggiati che, attraverso percorsi di formazione personalizzati, possono poi avere più chance di rientrare nel circuito occupazionale.