Finanziamenti ditte individuali: vita dura per gli immigrati

di Gianfilippo Verbani 1


 In Italia per il sistema bancario gli immigrati rappresentano da un lato una grande risorsa, visto che proliferano anche ai tempi della crisi le piccole imprese e le micro imprese con titolare straniero, e dall’altro anche una grande criticità, visto che di norma il loro merito creditizio è più basso rispetto alla media. Da un’elaborazione a cura di Unioncamere, infatti, emerge come l’imprenditore immigrato per l’accesso al credito si affidi a soluzioni di finanziamenti che si avvicinano di più al credito al consumo piuttosto che ad un affidamento di natura bancaria destinato alle imprese. Questo significa che il titolare straniero di una ditta individuale, comunitario o extracomunitario, riesce ad accedere al credito con la formula del prestito personale, magari ipotecando un immobile di proprietà, mentre è più difficile la strada che porta la banca a prestare denaro all’imprenditore straniero sulla base di un business plan e sui numeri aziendali.

Non a caso, una recente indagine a cura di Nomisma rivela come il tasso di rifiuto per gli imprenditori stranieri che richiedono un prestito si aggiri attorno al 24%, ma una buona parte di questi titolari d’impresa, in maggioranza ditte individuali, non demorde e ricorre ai prestiti chiedendoli a conoscenti, amici, parenti e familiari al di poter proseguire con la propria attività. L’imprenditoria immigrata, a conti fatti, soffre nel nostro Paese, ed anche agli occhi delle banche, di una debolezza strutturale che con la crisi si è accentuata, e che porta gli istituti di credito, quando i prestiti li concedono al titolare d’impresa straniero, ad erogare solo finanziamenti a breve termine per limitare le sofferenze e, quindi, per ridurre il tasso di rischiosità rispetto ai mutui a lungo termine.

Ma ad influire è anche la “storia” dell’impresa; rispetto al dato nazionale, infatti, quello settoriale che riguarda le imprese immigrate indica un elevato, nonché sopra la media, tasso di società di nuova costituzione, ed è anche per questo che le banche hanno il “braccino corto” quando il cittadino/imprenditore straniero cerca di accedere al credito attraverso il canale bancario.


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