Erogazione mutui in calo nel 1 semestre 2013

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Le concessioni di mutui bancari sono ancora in calo. Stando a quanto emerge dai dati di Bussola Mutui elaborata da Crif insieme a Mutui Supermarket, infatti, nel corso del primo semestre 2013, rispetto al corrispondente periodo del 2012, la crisi del mercato immobiliare e la conseguente flessione del numero di domande di finanziamenti per scopo residenziale sarebbe stata prolungata, con una diminuzione del 10 per cento su base annua.

Per quanto attiene un’analisi più approfondita, risultano essere in crescita le richieste di mutui a tasso fisso, che passano da una quota di mercato del 12 per cento nel secondo trimestre 2012 al 18 per cento del secondo trimestre 2013. A beneficiare tale favorevole evoluzione, il fatto che i tassi IRS si mantengano sostanzialmente su livelli minimi, e che le politiche di pricing maggiormente aggressive da parte delle banche puntano a erodere la convenienza del tasso variabile.

In incremento anche l’interesse della domanda per mutui a tasso misto, che arriva a spiegare l’8 per cento delle richieste nel secondo trimestre 2013 contro un 2 per cento del secondo trimestre 2012 (per quanto concerne la domanda di mutui, vedi anche questo nostro recentissimo approfondimento nel quale abbiamo tracciato una breve panoramica sui mutui offerti dalle banche per ristrutturare casa, con le migliori proposte di luglio 2013).

In calo, infine, l’importo medio erogato, che nel corso del primo trimestre del 2013 è stato pari a 115.712 euro, contro una media che nel primo trimestre dello scorso anno era invece pari a circa 120 mila euro. Con la nuova flessione degli importi medi erogati, si è quindi giunti a consolidare il valore più basso mai registrato dalla prima metà del 2009.

Per quanto infine concerne il profilo “tipo” dei richiedenti, è cresciuto il peso della domanda da parte degli over 55, contraddistinti da una migliore stabilità reddituale: la quota degli over 55 è infatti passata dal 14 per cento del 2012 all’attuale 19 per cento.