Draghi, 2010 anno decisivo

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Le banche al collasso, le famiglie in crisi. E qualche piccolo, piccolissimo segno positivo. La ripresa è debole in Europa e fragile ovunque. Ma il 2010 sarà un anno cruciale. Lo dice Mario Draghi, governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Board. «Quasi tutte le banche sono sulla via di risolvere i problemi di finanziamento, ma i loro bilanci sono ancora esposti a elementi di fragilità legati soprattutto allo stato della ripresa economica» ha affermato il governatore nel corso dell’audizione della commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo su «La strategia post crisi e la modernizzazione dell’architettura finanziaria globale». Draghi ha parlato come presidente del Fsb, l’organismo internazionale che promuove la stabilità finanziaria. Ma «non dobbiamo permettere che le attuali situazioni di difficoltà incidano sulla definizione dei nuovi standard», dice Draghi a proposito del lavoro dell’Fsb. E in riferimento al principio del ‘too big to fail’ (banche ‘troppo grandi per fallire) il presidente del forum ha detto: «Il costo del fallimento potenziale di queste banche ricadrebbe su tutti, perché queste istituzioni sanno di essere troppo grandi per fallire e prendono più rischi, perché sanno che i governi non le abbandoneranno. Ecco perché i governi devono intervenire». Draghi continua: «Abbiamo fatto molta strada dall’inizio della crisi per rafforzare il sistema finanziario ma abbiamo ancora un duro lavoro da fare davanti a noi». Per il governatore ora è necessario riformare «per regolare e rendere più trasparente una parte sostanziale dei mercati dei derivati», riducendo il loro obiettivo di agire come canali di contagio. Per portare a termine le riforme volte a creare una nuova architettura finanziaria «abbiamo molta strada ancora da fare. Ma il 2010 sarà un anno cruciale». Un messaggio molto chiaro anche al governo che non sembra aver fatto abbastanza, visto il continuo flusso di dati negativo.