Cgia di Mestre: aumento Iva uguale aumento evasione fiscale

di Daniele Pace Commenta


 La Cgia di Mestre si è espressa sull’aumento dell’Iva, avvertendo che questo non farà altro che causare un aumento dell’evasione fiscale.

Si tratta dei 23 miliardi di euro che fanno parte della clausola di salvaguardia per far scattare automaticamente l’aumento dell’Iva per il 2020. Tanti sono i soldi che il Governo deve trovare per evitare lo scatto automatico. E questi 23 miliardi saranno l’oggetto dei pensieri di estate-autunno per la maggioranza.

Lo scatto dell’Iva

L’aumento dell’Iva non è certo, ma una possibilità concreta. E a questo riguardo, la Cgia di Mestre ha voluto lanciare l’allarme. Per prima cosa, ci sarà un effetto negativo sull’economia, che rischia un ulteriore rallentamento, che con i ritmi attuali rischia di essere una recessione. Poi la dichiarazione choc:

“l’Italia rischia anche un forte aumento dell’evasione. Il possibile aumento di 3 punti percentuali dell’aliquota ridotta e di 3,2 di quella ordinaria interesserebbe anche i servizi di manutenzione e di riparazione, gli onorari dei liberi professionisti e le ristrutturazioni edilizie. Con questo aumento d’imposta, di fatto molti clienti finali sarebbero “spinti” a non pagarla affatto, evitando di richiedere al prestatore del servizio la fattura o la ricevuta fiscale”.

Questo è quanto dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, che stima in 113 miliardi di euro all’anno il danno causato dall’evasione fiscale.

“Di Maio e Salvini non possono limitarsi ad affermare che l’Iva non aumenterà. Devono dirci anche dove troveranno le risorse per evitare l’incremento d’imposta. Diversamente, i loro impegni non appaiono credibili, avvalorando così la tesi di coloro che prevedono una stangata fiscale a partire dall’inizio del 2020”.