Dopo aver dato notizia, preoccupati, delle difficoltà irlandesi, annotando che probabilmente avrebbero fatto seguito cattive notizie anche da Portogallo e Spagna, ecco che finalmente giunge una nuova pronta a rasserenare i mercati e -speriamo- rimettere il turbo a listini mai così depressi come in queste ultime settimane. Il Fondo Monetario Internazionale, vigile controllore di tutto quanto sta accadendo alle economie mondiali (ancor più vigile in questi ultimi due anni, contrassegnati da una dolorosa crisi economica), ha infatti emesso delle stime di crescita lusinghiere per l’Europa, e smorzato i toni di chi vedeva Belgio e Italia pronti ad accodarsi alla Grecia e a chi la sta seguendo sulla strada del commissariamento economico per extra-deficit.
News
Banche e Basilea III, gli Istituti di credito italiani sono pronti
In Italia il sistema bancario è pronto sia a rispettare, sia a adeguarsi alla nuova regolamentazione di Basilea III. A dichiararlo nei giorni scorsi è stato Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in concomitanza con “Basilea3–dopo Seul”, un incontro promosso dall’Associazione nel corso del quale è stato fatto il punto sia sull’evoluzione del quadro normativo, sia sui nuovi requisiti patrimoniali che gli standard di Basilea richiedono agli Istituti di credito; nel corso dell’incontro, inoltre, sono state analizzate, sempre in merito ai nuovi criteri, le ricadute sull’economia, i relativi criteri di applicazione su scala mondiale, nonché le conseguenti modifiche allo scenario regolamentare. Nello stesso tempo il Direttore dell’ABI ha comunque colto l’occasione per sottolineare come, a fronte della condivisione dell’obiettivo della stabilità con Basilea III, si debba andare a limitare l’impatto sulla crescita delle nuove misure in modo tale che si possa rimanere, nel sostegno all’economia nazionale, vicini alle imprese ed alle famiglie.
Banche: rapine allo sportello sempre meno frequenti
Nei primi sei mesi del corrente anno le rapine in banca sono scese del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A rilevarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in virtù del fatto che i “colpi” messi a segno dai malviventi sono stati 758, nel periodo gennaio-giugno 2010, rispetto agli 883 dei primi sei mesi dello scorso anno; contestualmente al calo delle rapine anche il bottino medio portato via dai malviventi è sceso del 10,5%; il Centro di ricerca dell’Associazione Bancaria Italiana sulla sicurezza, inoltre, ha rilevato come l’indice di rischio, ovverosia il numero di colpi per ogni cento sportelli bancari presenti in Italia, sia sceso al valore di 4,5, ovverosia sui minimi degli ultimi 20 anni. ll calo delle rapine nel primo semestre 2010 conferma la tendenza dell’intero 2009, quando rispetto all’anno precedente c’era stato un calo dei colpi in banca pari a ben il 19%.
Poste Italiane semplifica il money transfer con l’Egitto
“L’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, e il Ministro del Lavoro e dell’Emigrazione egiziano, Abdel Hady, hanno raggiunto nei giorni scorsi – al termine di colloqui tenutisi presso la sede diplomatica de Il Cairo – un’intesa per realizzare nei prossimi mesi il servizio di trasferimento fondi tra Italia ed Egitto, sia mediante sportello sia attraverso carte prepagate”, comunica Poste Italiane attraverso le pagine del proprio sito internet. Alle istituzioni egiziane, è stato garantito che sarà applicato il “miglior prezzo” alle operazioni di trasferimento, così da agevolare l’importante comunità egiziana presente in Italia contenendo i costi delle rimesse verso qualsiasi destinazione.
Bank Run, Cantona capopopolo: “Togliamo i soldi dal Conto Corrente”
Tanto clamore, poca reale efficacia: la vita dell’ex-calciatore francese Eric Cantona, bandiera del Manchester United (tanto che i suoi tifosi, scordandosi di un certo George Best, lo hanno proclamato “giocatore del secolo”) alla fine degli anni ’90, è sempre stata segnata da questo dualismo che comunque è valso popolarità e stima al nostro, mito contemporaneo tanto da essere divenuto l’icona protagonista di un esilarante pellicola firmata da Ken Loach. Anche questa volta, l’iniziativa lanciata da Cantona è di quelle che si segnalano più per la simpatia che non per la reale efficacia, anche se – c’è da dire – il fatto che a lanciare la proposta sia stato un personaggio con un certo seguito di affezionati fans lascia presumere che il problema che si verrà a creare possa essere di una certa portata.
Poste Italiane, Sarmi: “Cyber security nuova sfida”
Quando, come sta avvenendo in questi anni, è in corso una rivoluzione, può essere bene cercare di controllarne le spinte innovatrici onde evitare che in questi spazi di manovra si inserisca qualche malintenzionato che non è stato invitato e che potrebbe, con la propria truffaldina opera, mandare l’intero progetto all’aria. Digiuni di rivoluzioni in senso stretto dal lontano 1968 (con l’aggravante rappresentata dal fatto che neppure quella rivoluzione fu completata), ci stiamo ora assuefacendo alla rivoluzione informatica che avviene ogni giorno quasi senza che noi ce ne possiamo accorgere. Eppure, dice bene l’ad di Poste Italiane, Massimo Sarmi, sarebbe cosa “buona e giusta” rendersi conto che le cose stanno cambiando e servono risorse nuove per fronteggiare inconvenienti mai presentatisi prima d’ora. Il problema della sicurezza informatica, insomma, è urgente!
Poste Italiane con SIM Poste Mobile lancia i pagamenti via telefonino
Parliamo spesso di carte di credito e bancomat; un po’ meno spesso di carte revolving (uscite decisamente ridimensionate dalla vicenda American Express, che la ha viste finire sotto la lente d’ingrandimento della Banca d’Italia a partire dall’aprile scorso, e comunque da noi sempre poco apprezzate per i loro costi reali) e di paypal, mentre non abbiamo assolutamente mai parlato di una nuova forma di pagamento, forse perché sta sbarcando in Italia solo in questi giorni, ossia quella rappresentata dall’utilizzo di una SIM telefonica. Ci prova Poste Italiane, sempre all’avanguardia sul fronte dell’innovazione a portata di tutti oltreché unica competitor del mercato finanziario a disporre anche di un operatore di telefonia mobile “proprio”, e da questo punto sicuramente agevolata nella competizione.
Conto deposito remunerato e Bot a confronto
Sono a zero spese di apertura, di gestione e di chiusura; non si paga l’imposta di bollo ed i soldi, per gli investimenti in giacenza libera, sono sempre disponibili e maturano gli interessi fino alla data in corrispondenza della quale vengono prelevati. Stiamo parlando chiaramente dei conti di deposito remunerati, strumenti per parcheggiare la liquidità, ma anche veri e propri strumenti di investimento per chi, ad esempio in alternativa alle azioni, decisamente più volatili e rischiose, vuole mettere i soldi in porti più sicuri. I conti di deposito remunerato, specie sfruttando le promozioni, rappresentano tra l’altro anche una buona alternativa ai Bot, ovverosia ai Buoni Ordinari del Tesoro, sebbene sia sempre necessario prima farsi quattro conti e poi scegliere in maniera informata e consapevole. Al netto delle promozioni, infatti, il tasso base offerto da alcuni conti di deposito remunerati è comparabile con quello del Buoni Ordinari del Tesoro, ed anzi rispetto al Bot a 12 mesi può anche essere al netto più basso.
Banche: tempo di austerità anche per l’ABI
A valere sul budget 2011, il Comitato esecutivo dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha dato mandato sia al Direttore generale, sia al Presidente, per mettere a punto un piano di riorganizzazione rientrante in una scelta di austerità che, tra l’altro, avrà ricadute anche sul personale e comunque nel pieno rispetto delle norme vigenti in materia di ristrutturazione e di riorganizzazione. A darne notizia in data odierna, mercoledì 17 novembre 2010, con una nota ufficiale, è stata proprio l’Associazione Bancaria Italiana dopo che il suo Comitato esecutivo ha esaminato prima ed approvato poi sia il Piano 2011, sia il relativo budget. Il piano, che rientra nel programma di presidenza a valere sul biennio 2010-2012, consta delle azioni che saranno messe in atto dall’Associazione Bancaria Italiana nei confronti delle istituzioni, la pubblica amministrazione, le famiglie e le imprese. Il target è quello che prevede nel 2011 un azzeramento del deficit a fronte di un forte efficientamento ed una forte modernizzazione; il tutto sempre e comunque mantenendo prioritario il sostegno alla crescita ed allo sviluppo del nostro Paese.
Irlanda (e non solo) in Crisi, il ruolo dello “spread”
Se Dublino ha bisogno, noi siamo qui. Non lo poniamo tra virgolette, dacché non è una dichiarazione esplicita, ma la sostanza rimane tale: i ministri dell’economia dei Paesi di riferimento dell’Unione europea (Francia e Germania, ma anche Regno Unito –dove comunque non esiste l’euro- e la tanto vituperata Italia) si sono detti disponibili ad aiutare l’Irlanda a dipanare l’intricata matassa della sua crisi da indebitamento selvaggio del piccolo risparmiatore; tanto è bastato ai mercati per ritrovare la fiducia, la scorsa settimana, e non scivolare verso una difficoltà anticamera della bancarotta. Intanto il differenziale di rendimento tra i bond irlandesi e il bund tedesco, parametro cui sono stati riferiti tutti gli altri bond europei, è crollato di 60 punti base fino a 586 punti, il maggior calo da maggio.
Irlanda in Crisi, tra illazioni e aiuti è il debito privato a preoccupare
“L’Irlanda non è la Grecia ed è in grado di gestire bene i suoi problemi di bilancio”; lo ha dichiarato il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ma se ad essere intervistato fosse stato un qualunque capo di governo d’Europa lo spartito sarebbe stato identico: gettare acqua sul fuoco della possibile imminente crisi del debito irlandese, e a ruota portoghese. Il timore, infatti, è che il contagio si possa diffondere ad altre aree dell’Eurozona precipitando nel panico i mercati e dando uno scossone robusto all’intera impalcatura dell’Unione monetaria (unico vero risultato sin qui raggiunto sulla strada dell’Unione –anche politica- europea).
Carte di Credito clonate, all’Expert (Gallarate – VA) un controllo salva due clienti
Carte di Credito clonate, la storia si ripete. Anche questa volta, come spesso ci capita di raccontare, la storia si è ripetuta concludendosi però con un lieto fine, il tutto grazie alla prontezza di spirito di un commesso di negozio e del suo direttore. Già, perché non è raro raccontare di situazioni in cui il venditore di un prodotto si macchia, forse inconsapevolmente o per leggerezza, della corresponsabilità in un reato, dunque crediamo sia bene applaudire a chi invece segue le procedure così come sono state concordate e riesce, grazie a questo piccolo “espediente”, a scongiurare il rischio che qualche conto corrente di ignaro risparmiatore venga prosciugato in un solo momento.
Basilea III e accesso al credito, situazione kafkiana
Per quel che riguarda i vincoli, più stringenti, imposti da Basilea III, la situazione è kafkiana. A dichiararlo nei giorni scorsi è stato Andrea Gibelli, Assessore all’Industria, all’artigianato e all’edilizia, nonché vicepresidente della Regione Lombardia. Questo perché da un lato con le nuove regole di Basilea III viene chiesto in sede comunitaria da parte degli Istituti di credito un maggiore controllo sui bilanci delle aziende cui deve essere concesso il credito; dall’altro lato, invece, è proprio l’Europa che allo stesso modo, in maniera palesemente contraddittoria, chiede alle banche di fare il loro mestiere, ovverosia concedere credito attraverso mutui, finanziamenti, leasing e prestiti alle piccole e medie imprese per sostenere l’occupazione, la crescita e lo sviluppo. Il vicepresidente Gibelli, intervenuto a Lecco ad un convegno dal titolo “Basilea III. Quale credito per le piccole imprese“, che è stato organizzato dalla CNA, ha di conseguenza posto l’accento sul fatto che “Lo Stato chiede due cose diverse e opposte a monte e a valle sull’accessibilità al credito“.
Carte di Credito contro l’evasione fiscale
Anche i più scettici, crediamo, leggendo una notizia di questo genere si convinceranno al “sacrificio” di cambiare le proprie abitudini di pagamento. Il tutto, in nome di un bene più necessario e più grande: l’emersione. Già, perché a quanto pare ci può essere una connessione tra utilizzo del denaro elettronico e lotta all’economia sommersa, una piaga –quest’ultima- che in Italia si “mangia” diversi punti di PIL rivelandosi pesante zavorra alla crescita dell’economia reale (punto su cui il Governo sta cercando di rispondere al meglio agli appunti di Confindustria, che lamenta una ripresa fragile).