Berlusconi e la Tassa sulle Transazioni finanziarie: “No grazie al mio veto”. Ma la Germania…

di Gianfilippo Verbani 1


 La politica, specie in questi ultimi anni, più che un gioco di scacchi (quale forse era un tempo) è divenuta una partita di tennis molto fisica, dove alla tecnica – alla Federer, per citare un esempio – è stata preferita la pur redditizia esibizione di muscoli alla Rafael Nadal: si deve rispondere colpo su colpo, mai – guai a – perdere l’occasione di farlo. In un “campo centrale” dove si gioca così, un Presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi ha dimostrato di saper trovare terreno fertile, tanto che non passa giorno in cui non rimanga invischiato in una polemica e neppure in cui non si prenda la briga di giocare fino in fondo il match, rispondendo con prontezza alle accuse. Questa volta l’oggetto del contendere è la tassa sulle transazioni finanziarie, proposta emersa dal Vertice UE della scorsa settimana. “Ho posto il veto, Credo di aver reso un buon servizio al mio Paese e anche all’Europa”, ha dichiarato Berlusconi.

L’occasione, a dire il vero, era propizia per una bella dimostrazione di “tonicità muscolare”: il convegno “costituente” dell’associazione del Pdl “Liberamente”, quindi una convention di partito. Berlusconi, definendo “ridicola” la proposta, ha argomentato:

se fosse stata approntata solo dall’Unione Europea e non dagli altri grandi Paesi avrebbe spostato negli Usa e in altri Paesi

la mole delle transazioni finanziarie internazionali.

Fin qui, insomma, nessun problema: è un’opinione, come tale deve avere cittadinanza nel mondo libero. Peccato però che il Governo tedesco abbia replicato sbugiardando il nostro Presidente del Consiglio: “Le conclusioni sono state approvate da tutti i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo”. Al massimo, l’unico paese che “si riserva il diritto di non introdurre” queste misure è la Repubblica ceca, come riportano i documenti conclusivi. Palazzo Chigi, da par sua, risponde nuovamente e lo fa attraverso un comunicato: “Silvio Berlusconi nel vertice di Bruxelles di giovedì scorso ha posto il veto dell’Italia alla proposta di una tassa europea sulle transazioni finanziarie. Tanto è vero che il vertice ha previsto la possibilità di una imposizione sulle banche e non sulle operazioni finanziarie”.


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