Ancora dubbi sulla scatola nera. Dopo la privacy, le truffe

di Daniele Pace Commenta


 La scatola nera continua a far discutere, anche se nel nostro paese è più diffusa che nel resto d’Europa. Colpa delle tariffe alte, che invogliano gli italiani a provvedere a questo strumento per cercare di calmierare i premi.

Si tratta di un collegamento satellitare che registra i dati sulla la condotta e lo stile di guida del conducente.

I dubbi

Ora però ci sono dubbi anche sull’affidabilità del sistema, dopo quelli sulla privacy. I nuovi dubbi sono di grande rilevanza, perché la Legge sulla Concorrenza stabilisce la piena ammissibilità della scatola nera per stabilire la dinamica degli incidenti in caso di disputa legale e assicurativa.

Il problema è che al Ministero dei Trasporti inizia a considerare i 10 metri di tolleranza eccessivi. Il sistema infatti avrebbe questo grado di tolleranza nella precisione, che viene reputata ora troppo ampia per un’esatta ricostruzione della dinamica. Non potrebbe essere accertata la corsia, oppure la distanza tra i veicoli, solo per fare degli esempi.

Un bel problema, se la scatola nera deve essere una prova certa per le assicurazioni. Inoltre la scatola nera non è riuscita a scongiurare le frodi, che ora vengono simulate con auto già danneggiate.

Il Ministero ha quindi pensato di limitare gli sconti, ma anche di migliorare gli standard tecnici. Ad essere contraria però è l’Ania, l’associazione delle assicurazioni.