Alcune indicazioni sul momento storico relativo alle polizze auto oggi. Un emendamento alla Legge di Bilancio in discussione sta generando un acceso dibattito nel settore assicurativo e tra gli automobilisti. La proposta mira a innalzare significativamente l’aliquota sulle polizze “infortunio del conducente” collegate all’RC Auto, portandola dall’attuale 2,5% al 12,5%. La misura non solo avrebbe effetto per il futuro, ma prevede anche un’applicazione retroattiva fino a dieci anni.
L’impatto finanziario atteso è notevole: si stimano circa 100 milioni di gettito annuo a regime, a cui si aggiungerebbe quasi 1 miliardo per il pregresso decennale.

Numeri, retroattività e controversie
L’incremento dell’imposta riguarda una somma dovuta dall’assicurato, per la quale le compagnie assicurative agiscono come sostituto d’imposta.
Per l’importo pregresso, l’emendamento consente il pagamento a rate e non prevede l’applicazione di sanzioni o interessi. Tuttavia, il punto centrale della polemica è proprio la retroattività, ritenuta da molti analisti, tra cui Intermonte, di difficile applicazione pratica. La compagnia più esposta in questo scenario sarebbe Unipol, data la sua quota di mercato prossima al 25% nell’RC Auto.
L’emendamento nasce da una controversia storica riguardante l’interpretazione del “rischio inerente al veicolo”. Sebbene dal 1983 il Ministero delle Finanze avesse indicato l’aliquota ridotta (allora 2%, oggi 2,5%), l’Agenzia delle Entrate Lombardia ha recentemente sollevato rilievi chiedendo l’applicazione dell’aliquota più alta per gli ultimi dieci anni. Questa incertezza interpretativa rischia di innescare una stagione di ricorsi legali da parte delle compagnie. È ipotizzata anche l’introduzione di un ulteriore aumento dello 0,5% di Irap per banche, assicurazioni e intermediari finanziari.
Le conseguenze per clienti e imprese sulle polizze auto
Se da un lato le assicurazioni potrebbero recuperare la maggiore tassazione futura rivalendosi sui clienti attraverso un aumento dei premi, il recupero della componente retroattiva (il miliardo pregresso) appare assai più complicato e contestato.
Se le compagnie dovessero saldare il debito pregresso al 12,5%, avrebbero il diritto di rivalsa sugli assicurati. Il settore contesta non solo la misura, ma anche il percorso seguito dall’Agenzia delle Entrate, annunciando ricorsi. In caso di mancato pagamento, sono previste sanzioni fino al 400%, sebbene anche in questo ambito le interpretazioni siano complesse.
In sintesi, la misura prefigura un aumento delle voci fiscali sulle polizze auto per il futuro e un potenziale debito miliardario per il passato, che gli automobilisti rischiano di vedere riflettersi sui propri portafogli. Sarà cruciale monitorare il testo finale dell’emendamento, le regole di rivalsa che verranno stabilite e l’esito dei probabili ricorsi prima della chiusura della Legge di Bilancio.