Banca del Sud: Poste Italiane mena le danze

di Gianfilippo Verbani 2


 Poste Italiane prosegue lanciata verso il compimento del proprio piano industriale: tra i cardini, il varo e la guida della Banca del Sud. È per questo che il gruppo diretto da Massimo Sarmi si sta preparando ad acquistare (si dice entro l’anno) il Mediocredito centrale da Unicredit, per farne il cuore dell’operazione. Non a tutti piace questa strategia, perché sembra rappresentare un passo indietro rispetto al cammino sulle privatizzazioni, ma tant’è: ad oggi, la situazione è questa. E non è neppure il motivo principale del contendere: il vero scoglio, infatti, sembra rappresentato dalle resistenze di Poste Italiane rispetto all’ipotesi di diventare un istituto di credito vero e proprio, iscritto all’ABI e quindi sottoposto alla disciplina bancaria a tutti gli effetti.

Il piano di Sarmi prevede, grazie ad un accordo con BCC che sembra in dirittura d’arrivo, che nasca un istituto con capitale sociale di 200 milioni. Troppo pochi per fare raccolta o impieghi diretti, ma sufficienti per fare consulenza e organizzare garanzie altrui. Un po’ quello che Poste Italiane ha fatto sino ad ora su scala nazionale. La Banca del Sud, però, nelle intenzioni di chi ne ha fortemente voluto il varo dovrebbe essere qualcosa di diverso: un istituto capace di erogare credito alle imprese in modo da lanciarne la crescita attraverso il finanziamento dello sviluppo e degli investimenti necessari al suo ottenimento.

Peccato, però, che i “postini” non possano né vogliano permetterselo: fa molto più gola mantenere in vita il sistema attuale, anche perché ci sono due ragioni di “realpolitik” che lo suggeriscono: separando la profittevole attività bancaria dall’attività postale, di certo meno remunerativa, Poste Italiane sarebbe probabilmente chiamata a ridurre il personale nel settore tradizionale, con tutte le tensioni che questo può comportare; accumulando gli utili di Banco Posta, diminuirebbero i dividendi disponibili per il Tesoro che pure ne ha bisogno per finanziare mutui ed enti locali.


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