Tassi conti deposito: più rendimento e meno tasse

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Nell’odierna asta di Bot annuali, il Ministero del Tesoro, nonostante la tempesta abbattutasi su Piazza Affari e sugli stessi titoli di Stato, con lo spread Btp-Bund attorno ai 300 punti base, è riuscito agevolmente a collocare i titoli pagando però pegno in termini di rendimenti. L’odierna asta di Bot annuali s’è infatti chiusa con un rendimento in forte rialzo al 3,67%, il che apre ufficialmente la strada ad un aumento dei rendimenti nelle prossime settimane di tutti i prodotti a liquidità remunerata offerti e proposti dagli istituti di credito. Stiamo parlando, in particolare, dei conti di deposito che attualmente in promozione e non offrono un rendimento annuo lordo che di norma non si spinge oltre il 3,5%.

Quindi, attualmente e mediamente, i Bot a dodici mesi offrono un rendimento netto più alto rispetto ai conti di deposito, ragion per cui, con ogni probabilità, ci sarà un allineamento verso l’altro dei rendimenti. Ma l’appetibilità dei conti di deposito in futuro potrebbe in ogni caso aumentare per due ragioni: in primis, con l’inasprimento dell’imposta di bollo sul deposito titoli, i conti di deposito passerebbero in una posizione di vantaggio visto che sono attualmente esenti da imposta. Stiamo parlando, tra gli altri, del Conto Arancio di Ing Direct, Rendimax di Banca Ifis, il Conto Deposito di CheBanca! ed il Contoconto di Banca Carige.

Inoltre, qualora dovesse essere messa in atto l’armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie, allo stesso modo i conti di deposito diventerebbero più appetibili. Attualmente il rendimento lordo sul conto di deposito è tassato al 27%, mentre in futuro il prelievo fiscale dovrebbe e potrebbe scendere al 20%, corrispondente all’aliquota unica applicata anche sui guadagni di Borsa attualmente tassati al 12,5%. Fuori da questa revisione dovrebbero rimanere i Bot, i Cct, i Ctz e tutti gli altri titoli di Stato la cui tassazione dovrebbe restare invariata al 12,5%.