Prestiti personali, come funzionano?

di Gianfilippo Verbani Commenta

Guida alla tipologia di credito, agli interessi richiesti dalle banche e alle modalità di restituzione.


I prestiti personali sono dei finanziamenti che permettono di ottenere liquidità di cui poter disporre come si desidera.

A differenza dei prestiti finalizzati, dunque, non è necessario concordare in anticipo una finalità con la banca, tuttavia si può utilizzare la liquidità ottenuta per coprire spese diverse e di varia natura. Come ogni prestito, anche quelli personali contemplano la restituzione del capitale maggiorata da una certa quota di interessi, indicati dal Tan (Tasso Annuo Nominale).

In ogni caso, per valutare il costo complessivo del finanziamento e trovare così il migliore prestito personale è il Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale) il valore migliore, dal momento che è comprensivo di interessi e di tutte le altre spese connesse all’erogazione e all’eventuale assicurazione a protezione del credito.

In confronto ad altre tipologie di credito, i prestiti personali sono piuttosto rischiosi per le banche. Non avendo nessun bene ipotecato come garanzia o la sicurezza del TFR come per la cessione del quinto, ad esempio, il rischio di insolvenza da parte del cliente e di conseguente perdita di denaro per la banca è più elevato. Per questo motivo i prestiti personali presentano un tasso di interesse più alto rispetto ad altre modalità di finanziamento. In media sul mercato si trovano prestiti personali con un Taeg medio dell’11-12%, ma non è raro trovare prodotti anche con tassi più alti. In questi casi è importante verificare sempre le tabelle dei tassi di usura della Banca d’Italia che vengono aggiornate ogni 3 mesi. Attualmente il tasso di usura per i prestiti personali è fissato a 18,16%: se dunque una finanziaria dovesse proporre un prestito personale ad un tasso maggiore è meglio starne alla larga.