Prestiti: in Italia più che in Europa

di Gianfilippo Verbani Commenta


 Una ricerca che ha visto protagonisti Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Paesi Bassi, il Belpaese si colloca al primo posto per la percentuale di prestiti destinati alle imprese. Emerge infatti che il 55,8% degli impieghi complessivi delle banche italiane è destinato alle imprese. I dati sono stati rilevati dalla CGIA di Mestre (dati relativi al periodo aprile-maggio 2009) e vedono al secondo la Spagna con il 50,7%, al terzo la Francia (43,2%), Germania quarta (36,4%), Paesi Bassi (34,6%) e Regno Unito (21,6%).

Si tratta di una nota positiva? Bisognerebbe analizzare ulteriori aspetti. Ovvero: nelle altre nazioni non ricevono prestiti perchè non li chiedono (o ne chiedono comunque meno di noi) o perchè le politiche di erogazione prestiti sono più restrittive?

Inoltre il fatto che le piccole e medie imprese italiane, più di quelle europee, abbiano ricevuto prestiti non significa necessariamente che le banche italiane abbiano concesso credito alle imprese in misura sufficiente.

Pur riconoscendo lo sforzo fatto in questi ultimi mesi e la solidità del sistema bancario italiano – sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – il nostro Paese continua a mantenere i più elevati livelli di criticità nell’erogazione del credito. E’ vero che le disposizioni di Basilea 2 sono molto stringenti anche per le banche, tuttavia rimane il problema di dare con continuità il credito alle piccole imprese altrimenti non si riuscirà ad agganciare la ripresa economica e a mantenere gli attuali livelli occupazionali.

Infine, per entrare nello specifico del caso italiano, Bankitalia nel rapporto sulle “Economie regionali” (sull’andamento del credito nelle regioni italiane nel 2° trimestre del 2009) ha rilevato che un’aumento dei prestiti ha riguardato tutte le regioni ed e’ stato particolarmente sostenuto in Puglia (8,1%), in Campania e in Umbria (tassi di crescita sono stati superiori al 6%). Tassi di espansione del credito più bassi sono invece stati registrati in Emilia Romagna e in Val d’Aosta.